Non è (ancora) un mestiere per giovani. L’IRU torna sulla professione di autista professionista per il trasporto delle merci con un rapporto pubblicato nei giorni scorsi che vede l’Italia tra i paesi più a rischio per carenza di personale viaggiante: nel nostro paese gli autisti sotto i 25 anni sono solo il 2,2%, mentre gli over 55 raggiungono il 45%. Una bomba ad orologeria destinata ad esplodere tra una decina di anni quando lo zoccolo duro degli autisti professionisti andrà in pensione. Ma quali sono gli ostacoli all’accesso a questa professione? A sorpresa, secondo l’associazione internazionale del trasporto su strada, non sarebbe lo stipendio, anzi i giovani autisti italiani, francesi e inglesi appaiono i più soddisfatti del loro lavoro. A fare da deterrente per questa professione invece sarebbe la mancanza delle aree di sosta sicure, i percorsi di carriera e le soglie di età irrealistiche per la formazione iniziale.
Un problema mondiale
Il rapporto dell’IRU segnala un problema globale: nel 2024 sono state rilevate 3,6 milioni di posizioni vacanti nei 36 paesi studiati, che rappresentano il 70% del PIL globale. Si tratta di un livello simile a quello del 2023. Tra le 5.100 aziende di autotrasporto intervistate, in alcuni paesi, fino al 70% delle imprese incontra gravi o gravissime difficoltà nel reclutamento di autisti.
Forbice sempre più ampia tra giovani e anziani
I giovani autisti sotto i 25 anni rappresentano il 6,5% della forza lavoro totale. Alcuni paesi presentano tassi estremamente bassi, tra cui Italia e Germania, rispettivamente al 2,2% e al 2,6%. Polonia e Spagna non fanno molto meglio, con il 3% ciascuna. E la tendenza è al ribasso. La percentuale di giovani autisti rispetto al totale degli autisti è diminuita del 5,8% dal 2023 al 2024, nonostante la crescita dell’1,4% della forza lavoro dei giovani in altri settori.
La percentuale di camionisti over 55 anni invece è del 31,6%. Tra i paesi con percentuali più elevate compare l’Italia con il 45%, la Spagna con il 50% e l’Australia con il 47%. Una quota che nell’ultimo anno è aumentata dell’1,6% portando l’età media di camionisti a livello globale a 44,5 anni.
Secondo il rapporto, nei prossimi 5 anni, andranno in pensione 3,4 milioni di camionisti nei paesi studiati con l’Europa che vedrà il 17% della forza lavoro uscire dal mercato. Per alcuni paesi, tra cui l’Italia, la Germania, la Slovacchia e la Spagna si tratta di una situazione particolarmente acuta, “una bomba ad orologeria” secondo l’IRU.
“La crisi della carenza di autotrasportatori continua ad aggravarsi, con un divario sempre più allarmante tra conducenti giovani e anziani – ha detto il Segretario Generale dell’IRU, Umberto de Pretto – Senza un’azione concertata e continua, questa bomba demografica esploderà, con un impatto significativo sulla crescita economica e sulla competitività in tutto il mondo”.
L’orgoglio e la soddisfazione dei più giovani
A sorpresa non sono gli stipendi a scoraggiare aspiranti autisti, anzi chi entra nel settore si dice soddisfatto del proprio lavoro. Questo vale in particolare per giovani autisti italiani, francesi e britannici. Secondo un’indagine che l’IRU ha condotto insieme a Truckfly by Michelin con intervista a 1.100 autisti in 7 paesi, gli stipendi medi degli autotrasportatori sarebbero superiori del 30-135% rispetto al costo della vita di base in tutte le regioni. Inoltre, l’81% degli autotrasportatori è soddisfatto del proprio lavoro, con il 57% molto o estremamente soddisfatto e i giovani autisti sotto i 25 anni rappresentano la fascia d’età con i più alti livelli di soddisfazione sul lavoro.
Tra le barriere all’accesso alla professione invece compaiono la carenza delle aree di sosta attrezzate e l’assistenza medica presso i luoghi di consegna (per l’81% degli intervistati). Inoltre, gli autisti chiedono una migliore integrazione dei percorsi di carriera nei sistemi educativi, eliminando anche soglie di età irrealistiche per la formazione e la qualificazione.”Non esiste una soluzione magica per risolvere la crisi – ha concluso de Pretto – ma questo rapporto indica soluzioni chiave per iniziare a colmare il divario di età sempre più ampio e trattare gli autisti con più rispetto e dignità”.