Una proroga dell’ecobonus per i veicoli commerciali. È quanto chiesto dall’Anfia durante l’assemblea che si è svolta questa mattina a Roma. L’incontro, intitolato “Ritrovare la strada. Insieme per affrontare la transizione” ha fatto il punto su un settore particolarmente colpito dalla crisi che ha bisogno, secondo l’associazione che riunisce l’industria nazionale dell’auto e la componentistica, di misure di contrasto a livello nazionale ed europeo. In primis, un’inversione di tendenza rispetto al green deal europeo che è stata riconfermata anche dal ministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso intervenuto all’evento. “Occorre da subito – ha sottolineato Urso – cambiare le folli regole del green deal, che tra l’altro impongono di fatto la chiusura degli stabilimenti e il licenziamento di decine di migliaia di operai. Stanno chiudendo stabilimenti ovunque in Europa, stanno licenziando migliaia di operai, l’industria della componentistica europea annuncia tagli così significativi perché tra le regole folli del green deal vi è anche quella che devono raggiungere un livello di vendita sempre crescente tra veicoli elettrici e auto endotermiche e dato che il mercato dell’elettrico non tira, per evitare di pagare multe miliardarie dal gennaio del prossimo anno, devono produrre e vendere meno macchine endotermiche. Ed è per questo che stanno chiudendo gli stabilimenti e licenziando, per non produrre, perché se dovessero produrre e vendere più macchine endotermiche, come chiede il mercato, pagherebbero più multe miliardarie nei prossimi giorni”.
Revisione o estinzione
Nel suo intervento iniziale il presidente dell’Anfia, Roberto Vavassori ha chiarito lo stato emergenziale del settore. “Scelte sbagliate o intempestive – ha detto – o, ancor peggio, il rifiuto ideologico di ammettere che decisioni prese nel 2018 non stanno oggi conseguendo i risultati attesi, condannerebbero l’intero settore automotive europeo all’estinzione, vittima a livello mondiale con l’impossibilità di esportazione e a livello continentale con l’arrembante crescita dell’industria veicolistica cinese”.
Secondo l’Anfia, che ha presentato anche uno studio condotto con la consulenza di AlixPartners, occorre lavorare da subito su due piani ben distinti e tra loro interdipendenti: quello europeo e quello più specificamente nazionale. Sul versante europeo è stato ribadito il pieno supporto al non-paper predispostodal governo italiano e ceco per ridisegnare in maniera efficace e credibile il percorso di transizione che porterà alla decarbonizzazione dei vettori energetici per i veicoli al 2035.
Focus sull’Italia
Per quanto riguarda l’Italia, sono state individuate alcune misure da implementare in maniera immediata a favore delle aziende della filiera, in particolare circa la riduzione del costo dell’energia, un credito d’imposta per la ricerca e l’innovazione e misure specifiche di sostegno al settore dei veicoli commerciali leggeri, hanno un peso produttivo rilevante. Infine, sono stati chiesti ammortizzatori sociali straordinari per i prossimi 3 anni, perché, con la scadenza degli attuali, sono molte le aziende che rischiano di non aver alternative ai licenziamenti.
“Per quanto riguarda il nostro Paese – ha aggiunto Vavassori – ancora più complessa la situazione, che vede la presenza di un unico costruttore di volume che deve ‘riappassionarsi’ in maniera razionale al nostro Paese, alla filiera dei suoi componentisti, ai suoi stabilimenti e mirare alla conquista di oltre 1 milione di consumatori che oggi scelgono vetture non prodotte nel nostro Paese. La stella polare per la direzione verso la transizione è per Anfia costituita dalle linee guida contenute nel Rapporto Draghi, in particolare nella sezione relativa all’automotive e ai trasporti. Stiamo ovviamente lavorando in maniera concreta e senza strilli con tutte le parti coinvolte perché il Tavolo convocato dal MIMIT per il 17 dicembre prossimo si concluda positivamente”.