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Albo, i controlli mettono il turbo: attiva da gennaio la task force per scovare gli irregolari

Assistenti tecnici presenti su tutto il territorio nazionale daranno seguito alle procedure per la verifica dei requisiti delle aziende. L’Albo procede spedito verso l’eliminazione degli irregolari, mentre sono deludenti gli accessi alla banca dati per il controllo della regolarità: solo 40.000 nell’ultimo trimestre. “Ancora troppo pochi rispetto ai contratti esistenti”, secondo Enrico Finocchi che ricorda che l’attestazione di regolarità esenta i committenti sulla responsabilità solidale di filiera

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Sarà operativa da gennaio la task force messa insieme dall’Albo dell’Autotrasporto per intensificare i controlli sulla regolarità delle aziende su tutto il territorio nazionale. In gergo tecnico si chiama “servizio di assistenza” che si traduce in assistenti amministrativi impiegati in pianta stabile in circa 12 uffici delle motorizzazioni locali (UMC) e dedicati alla gestione delle pratiche per il controllo delle imprese iscritte all’Albo e al REN. Un sistema che aggira l’endemica carenza di personale nella PA grazie a un appalto (a seguito di una gara pubblica) a Deloitte Consulting che fornirà i tecnici specializzati, con l’obiettivo di intensificare i controlli – che comunque rimarranno di competenza dei funzionari dell’Albo – e dare seguito più velocemente alle procedure di messa in mora delle aziende che non presentano o hanno perso i requisiti per l’iscrizione ai due registri. Mentre rimangono deludenti gli accessi dei committenti alla banca dati gestita dall’Albo per la verifica della regolarità delle aziende di autotrasporto. In tre mesi solo 40.000: “Troppo pochi – commenta il Presidente dell’Albo, Enrico Finocchi – se rapportati al numero dei contratti che in questo periodo si stipulano in Italia”. La banca dati, avviata circa 8 anni fa, non è mai decollata veramente, mentre per legge l’attestato di regolarità che il committente può scaricare dal sito lo esonera dalla responsabilità solidale di filiera, vale a dire che non è responsabile in caso di inadempienze del vettore, mentre, in assenza del disco verde è obbligato per legge a condividerle.  

Enrico Finocchi, Presidente dell’Albo dell’Autotrasporto

La presenza sul territorio

L’assistenza tecnica sarà presente in 12 uffici regionali, tra cui Milano, Bologna, Venezia, Torino, Roma, Napoli, Bari e in Sardegna, con il compito di gestire le istruttorie e quindi mettere in atto i provvedimenti presi dall’Albo durante i controlli di regolarità che per legge devono verificare una serie di requisiti delle aziende, tra cui la regolarità contributiva e assicurativa, l’iscrizione ai registri e la disponibilità di veicoli e autisti. “Un sistema – spiega Finocchi – che ci permetterà di dare seguito più rapidamente ai controlli eliminando dai registri le aziende che non presentano i requisiti. In questo contesto, avere del personale dedicato sarà un grande passo avanti anche per altre pratiche del trasporto merci che meritano attenzione a livello territoriale. Infatti, gli assistenti si potranno occupare di altri dossier e anche spostarsi a livello regionale”.

Controlli con il turbo

Un’iniziativa che dovrebbe mettere il turbo al lavoro che l’Albo sta svolgendo da anni per individuare le “mele marce” da cancellare dagli elenchi che, però, rischia a volte di rallentare senza il supporto tecnico degli uffici periferici. Infatti, negli ultimi due anni l’Albo ha effettuato 48.000 verifiche, passando al setaccio quasi il 50% delle 99.280 imprese iscritte al registro. Da settembre 2023 allo stesso mese del 2024 sono state sospese 2.063 aziende trovate irregolari. “Il nostro obiettivo – spiega Finocchi – è quello di velocizzare le procedure con il servizio di assistenza che seguirà le pratiche a livello territoriale, ma avremmo bisogno anche di accedere ad alcuni dati in modo automatico, penso per esempio all’iscrizione alle Camere di commercio. Qualora un’azienda si cancellasse dovrebbe automaticamente uscire anche dall’Albo”.  

Cancellate 450 licenze comunitarie

Questo eviterebbe operazioni di eliminazione di massa come quella che ha portato recentemente alla cancellazione della licenza comunitaria per circa 450 aziende che avevano già perso l’iscrizione all’Albo e al REN. “Si tratta di aziende già prive – ricorda Finocchi – dei requisiti di legge per la titolarità della licenza comunitaria; quindi, in linea di massima aziende che non sono più attive”. 

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