La legge di bilancio 2025 torna a finanziare con 2,2 miliardi di euro il credito d’imposta nella Zona economica speciale unica del Mezzogiorno, anche se, a un anno dalla fusione delle 8 Zes precedenti, gli investimenti crollano: dai 9,4 miliardi di euro richiesti dalle aziende del Sud a metà 2024, le domande realmente arrivate all’Agenzia delle Entrate alle fine del 2024 ammontavano a 2,5 miliardi per 5,1 miliardi di investimenti incentivati. A fronte di una drastica riduzione della percentuale dell’incentivo, fissato da un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate al 17%, con l’obiettivo di rimanere nei 1,8 milioni di euro stanziati lo scorso anno, evitando effetti negativi sulle casse dello Stato già messe a dura prova dal superbonus. E quest’anno si replica.
I fondi per gli investimenti nel 2025
La previsione di spesa inserita nei commi 485-491 della legge di bilancio, infatti, ammonta a 2,2 miliardi di euro a favore delle aziende che effettuano investimenti (del valore superiore a 200mila euro) in beni strumentali destinati a strutture produttive che operano nella ZES unica, ovvero in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia. Ma anche quest’anno la norma ripropone lo stesso meccanismo: entro il 30 maggio le imprese dovranno comunicare l’ammontare delle spese sostenute, mentre entro il 2 dicembre 2025 gli investimenti effettivamente realizzati. Solo dopo aver fatto i conti sulla mole di richieste pervenute, l’Agenzia delle entrate renderà pubblica, entro il 12 dicembre, la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile da ciascuna impresa beneficiaria. Un meccanismo che non dà certezza al sistema imprenditoriale che si ritrova a programmare gli investimenti senza sapere a quanto ammonterà lo sgravio fiscale.
Sgravi per la logistica, non per i trasporti
Anche nel 2025 i trasporti non beneficeranno della misura, applicabile sono ai magazzini e alle attività a supporto dei trasporti, ovvero alla logistica. La misura è contenuta nel decreto attuativo del 17 maggio 2024 recante le disposizioni applicative per l’attribuzione del credito d’imposta per gli investimenti nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica di cui all’art. 16 del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 162, che stabilisce l’accesso al credito d’imposta di tutte le imprese stanziate nelle regioni interessate salvo alcuni settori: oltre ai trasporti, anche per esempio l’industria siderurgica, carbonifera e la produzione, stoccaggio e trasmissione dell’energia elettrica.
Ferroviario e navale tra i settori strategici
Tra le filiere strategiche per il Mezzogiorno da rafforzare con le misure della ZES compaiono anche il ferroviario e il navale. È quanto emerge dal piano strategico, redatto dalla Struttura di missione per la ZES Unica, creata presso la presidenza del Consiglio, approvato da Palazzo Chigi lo scorso 31 ottobre e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 gennaio. Lo studio mappa le distribuzioni attuali delle specializzazioni nelle regioni del Sud e indica possibili sviluppi futuri, tra cui agroalimentare, turismo, elettronica e made in Italy di qualità. Mentre sul piano competitivo con proiezione internazionale le filiere da rafforzare sono la chimica e la farmaceutica, la cantieristica navale, l’aerospazio e il ferroviario.