Esistono colli di bottiglia, spesso canali che il commercio internazionale via mare percorre per tagliare costi e tempi di viaggio. Esemplari in tal senso il canale di Suez o quello di Panama. Eppure, riscontra il Review of Maritime Transport 2024 elaborato come di consueto dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (Unctad), nel corso del 2024 questi passaggi sono stati messi in crisi per varie ragioni: il mar Rosso, per esempio, a causa di tensioni geopolitiche (gli attacchi degli yemeniti Houti alle imbarcazioni in transito), il canale di Panama per l’abbassamento dei fondali. Da qui il drastico calo dei transiti da questi canali e il conseguente ricorso a rotte decisamente più lunghe, come quelle che doppiano il Capo di Buona Speranza, costringendo ad aumentare i consumi di carburante, i costi operativi e le emissioni inquinanti. Così, se fino a un decennio fa una tonnellata di merce in viaggio per il mondo percorreva mediamente 4.675 miglia marine, adesso siamo arrivati a 5.186. E ovviamente i riflessi di tutto questo sulle catene di approvvigionamento globali sono tanti, soprattutto in termini di costi e di ritardi.
L’ANDAMENTO DEI TRANSITI A SUEZ E A PANAMA
Prova ne sia che il rapporto sottolinea come il commercio marittimo globale, cresciuto del 2,4% nel 2023, terminerà il 2024 con un più debole 2%, proprio a causa delle ricordate interruzioni che pesano sulla ripresa a lungo termine. Una spinta maggiormente stabilizzatrice sui commerci è giunta soprattutto dalla crescita del trasporto di materie prime alla rinfusa (minerale di ferro e cereali, in particolare), mentre il settore dei container, che già nel 2023 aveva incamerato un più modesto +0,3%, viene dato in crescita potenziale del 3,5%, ma è anche maggiormente esposto alle criticità. E quindi la conferma di tale previsione dipenderà essenzialmente da come evolveranno le tensioni geopolitiche attuali.
E comunque, già allo stato attuale, le tante criticità e l’aumento dei costi hanno già prodotto una spinta in alto sulle tariffe di trasporto di merci (a metà 2024, per esempio, l’indice del trasporto merci containerizzato di Shanghai era più che raddoppiato) e di conseguenza rischiano di innescare nuovamente delle tensioni inflattive. L’aumento dei prezzi stimato viene calcolato mediamente intorno allo 0,6%, con punte dello 0,9% in piccoli paesi insulari in via di sviluppo.