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4 secondi: il tempo che può salvare una vita sul camion

Parliamo di distanza di sicurezza. Il codice della strada la misura in metri. Ma nessuno ha un laser infallibile al posto degli occhi. Forse se la calcolassimo non sulla base dello spazio, ma del tempo, sarebbe tutto più semplice. Ma come fare? Ecco un metodo pratico ed elementare

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Nel mondo del trasporto su strada, la sicurezza è un tema che non può essere trascurato, soprattutto quando si parla di mezzi pesanti. Uno degli aspetti chiave per la sicurezza degli autisti e degli altri utenti della strada è il mantenimento della giusta distanza di sicurezza.

Ma la sappiamo calcolare? Tutti conoscono la formuletta «velocità/10 moltiplicato 3», ma vi chiedo: una volta che conosco quanti metri dovrei tenere come minimo dal veicolo davanti, come li misuro?

L’occhio umano non ha, purtroppo per noi, un laser per misurare lo spazio con precisione e il risultato molto spesso è disastroso perché «a occhio» riteniamo sufficiente ciò che non lo è affatto.

Molto più facile usare come metro di misurazione non lo spazio, ma il tempo. Perché contare è alla portata di chiunque e, dato che la velocità si può declinare anche in metri al secondo, risulta che, mantenendosi a 4 secondi dal veicolo davanti, si rimane sempre entro un buon margine di sicurezza, in quanto si conserverà sempre una distanza proporzionale alla propria velocità.

Facciamo un esempio: a 80 km/h percorro 24 m/s, per cui se sto a 4 secondi la mia distanza sarà 96 metri. Se andassi a 90 km/h (27 m/s) sarebbero 108 metri e se andassi a 60 km/h sarebbero 72: tutto, quindi, viene calcolato non soltanto in proporzione, ma in riferimento a una totale sicurezza.

Ma perché quattro secondi e non una distanza in metri?

In autostrada, in buone condizioni, «4» è il numero da ricordare perché permette di interpretare la situazione, di reagire, di consentire l’inizio della frenata e di arrestare il veicolo. 

Partiamo dal concetto che si impara per tentativi e insuccessi fino a ottenere i successi dai tentativi. Per cui per allenare l’occhio a una distanza sufficiente dovrei continuare a provare e sbagliare fino a capire quale sia la distanza giusta. Ma arrivare a tamponare per «provare» non è esattamente il massimo, non vi pare?

Ecco perché tanto vale seguire un metodo diverso e calcolare la controprova della mia distanza valutata ad occhio in questo modo: prendiamo un punto di riferimento fisso, tipo un cavalcavia in autostrada e, non appena il veicolo davanti a noi ci passa sotto, iniziamo a contare quanti secondi impieghiamo per arrivare nello stesso punto. Se arriviamo a «4» significa che siamo alla distanza giusta, se il conteggio si ferma prima è il sintomo che siamo in una condizione di pericolo e quindi bisogna aumentare il margine, facendo una controprova alla successiva occasione e così di seguito. 

Una volta “allenato” correttamente l’occhio ci accorgeremo che i 4 secondi diventeranno una misura automatica. Non a caso, anche i sistemi di sicurezza elettronici – i famosi ADADS – ragionano in secondi. Lo sapevate?

Ultima precisazione; se il fondo stradale o la condizioni ambientali diventano più critiche anche la distanza va aumentata in modo proporzionale. In ogni caso il «4» va considerato come un mantra. Sotto a quella soglia non si può scendere.

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