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«La distribuzione cambia in modo paradossale: ecco perché e come attrezzarsi»

Il presidente del Freight Leaders Council commenta il paradosso riscontrato nei dati del Conto Nazionale dei Trasporti per cui negli ultimi venti anni il numero degli autocarri è aumentato di oltre il 50% mentre le merci trasportate sono diminuite. Alla base della dinamica ci sarebbe l’esplosione dell’ultimo miglio e le inefficienze di una distribuzione che si adegua a nuovi modelli di consumo. Occorre modernizzare il parco mezzi e introdurre soluzioni innovative

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Negli ultimi vent’anni, il trasporto merci su strada in Italia ha subito un’evoluzione sorprendente: mentre il numero di autocarri è cresciuto del 50,6% (vedi anche l’articolo che spiega il dato), il volume complessivo delle merci trasportate è calato sensibilmente, con una riduzione del 13,5% delle tonnellate movimentate e del 21,5% delle percorrenze espresse in tonnellate-km. Un paradosso? Non proprio. Dietro questi numeri si nasconde un cambiamento radicale nelle modalità di distribuzione, spinto da nuovi modelli di consumo e da un’economia sempre più orientata verso l’e-commerce.

L’esplosione dell’ultimo miglio

La chiave di lettura di questa apparente contraddizione risiede proprio nella natura delle consegne. Negli ultimi anni, la logistica dell’ultimo miglio, ovvero quel tratto finale del viaggio che porta i prodotti direttamente nelle case dei consumatori, è esplosa. Il boom degli acquisti online ha rivoluzionato il mondo del trasporto merci: al posto dei grandi carichi trasportati su lunghe distanze, ora assistiamo a una frammentazione delle spedizioni, con autocarri più piccoli che attraversano le città per consegnare pacchi sempre più frequentemente. Inoltre, le tabelle rivelano che gran parte del parco veicolare attuale è composto da autocarri leggeri, molti dei quali immatricolati prima del 2007. Questi veicoli, meno efficienti dal punto di vista ambientale, sono però perfetti per affrontare i brevi tragitti urbani. Se da un lato il numero di autocarri cresce, dall’altro diminuiscono il carico medio e le percorrenze su lunghe distanze.

Più camion, meno merci

Un altro fattore chiave è la crescita del numero di veicoli, che tuttavia non corrisponde a un aumento delle merci trasportate. Al contrario, vediamo una riduzione. Come mai? Questo fenomeno può essere spiegato dal miglioramento delle tecnologie logistiche, che consentono di ottimizzare le rotte e di ridurre il numero di viaggi. Inoltre, molte aziende preferiscono frazionare le spedizioni, rendendo i trasporti più frequenti ma con carichi più piccoli.

L’invecchiamento del parco veicolare

In tutto questo, un aspetto non trascurabile è l’invecchiamento del parco veicolare. Più della metà degli autocarri attualmente in circolazione è stata immatricolata oltre 15 anni fa. Questo implica una minore efficienza in termini di consumi e maggiori emissioni, sebbene la prevalenza di veicoli leggeri possa in parte attenuare questo impatto.

Il futuro del trasporto merci

Questa trasformazione ha importanti implicazioni per il futuro della mobilità urbana e delle infrastrutture. Il continuo aumento delle consegne a breve distanza richiede una pianificazione accurata per evitare il congestionamento delle strade urbane e per ridurre l’impatto ambientale di un parco veicolare sempre più numeroso, ma non sempre efficiente. La sfida, dunque, sarà rendere il trasporto merci più sostenibile, modernizzando il parco mezzi e puntando su soluzioni innovative che possano conciliare l’efficienza logistica con la necessità di ridurre le emissioni inquinanti. Un cambiamento che appare inevitabile se si vuole mantenere la crescita del settore senza compromettere la qualità dell’aria nelle nostre città.

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