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89% degli operatori logistici investono in digitalizzazione anche per attrarre i dipendenti

Alla carenza di autisti e personale specializzato la logistica e l’autotrasporto stanno rispondendo spingendo sulla sostenibilità sociale che passa anche attraverso la tecnologia: gli investimenti su innovazione e automazione, oltre ad efficientare i processi, migliorano l’esperienza lavorativa, rendendo più attrattive le aziende. Secondo l’Osservatorio Contract Logistics del Polimi l’89% delle imprese sviluppando almeno un progetto di digitalizzazione, il 52% almeno uno di automazione, mentre il 73% è concentrato sul confort e sicurezza per gli autisti

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Smart glass, smart watch, automazione del picking, planning e algoritmi in grado di pianificare i turni di lavoro tenendo presente la qualità della vita del personale viaggiante, tecnologie per migliorare la sicurezza a bordo, per aumentare il controllo della guida contro i colpi di sonno e per monitorare costantemente la salute dell’autista. Sono queste alcune delle tecnologie che i fornitori di logistica in conto terzi stanno adottando per rendere le loro aziende più efficienti, ma anche più attrattive per i lavoratori. 

E’ altra faccia (quella che ci piace) della medaglia: la carenza di autisti e personale specializzato sposta la competizione tra aziende e molto si gioca sul confort e la sicurezza che tecnologie avanzate possono apportare. A sottolinearlo è l’ultima ricerca dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano che attesta come l’89% degli operatori logistici crede fortemente nella digitalizzazione e ha avviato almeno un progetto volto anche ad attrarre talenti in colletto bianco e autisti per la distribuzione. Nella mappatura che l’Osservatorio ha fatto per individuare le leve competitive, compaiono quindi le iniziative dei fornitori di logistica in conto terzi in ambito tecnologico, tra cui l’automazione, per lo più rivolta ai magazzini,  che raggiunge una diffusione del 52%. “Spesso rispondono alle esigenze dei clienti – spiega Emilio Moretti, Ricercatore Senior dell’Osservatorio (nella foto in basso) – che spingono verso l’innovazione dei processi, ma l’attenzione delle aziende è molto alta anche verso i benefici che l’innovazione porta in termini di attrattività. Non ci aspettavamo dei risultati così alti che coinvolgono anche realtà di dimensioni medio-piccole”.

Emilio Moretti, Ricercatore Senior Osservatorio Contract Logistics Politecnico di Milano

Si va da dispositivi indossabili come smart glass e smart watch, introdotti con l’obiettivo di elevare la comunicazione verso il personale, creando un flusso informativo personalizzato, magari anche nella lingua del dipendente. C’è poi la leva della velocità per efficientare i processi interni ed alleviare lo sforzo fisico e cognitivo dei lavoratori con processi di automazione e di picking. “Abbiamo notato che questo approccio basato sull’introduzione di specifiche tecnologie – specifica Moretti – attrae particolarmente i giovani”.

Diversa la strategia in favore degli autisti e del personale viaggiante. Il 73% degli operatori coinvolti nella ricerca del Politecnico ha affermato di adottare tecnologie a favore del personale viaggiante con l’obiettivo di rendere migliore l’esperienza lavorativa. Qui la partita si gioca su algoritmi in grado di pianificare turni e giri tenendo conto della qualità della vita e delle esigenze del personale viaggiante ai quali si affiancano vari sistemi per migliorare la sicurezza a bordo. Si va dalle telecamere con AI per monitorare il comportamento degli autisti fino dispositivi indossabili per un monitoraggio costante delle funzioni cerebrali dei conducenti.

Il Politecnico ha rivolto attenzione anche alle procedure messe in campo per introdurre le innovazioni. “Abbiamo rivolto attenzione – aggiunge Moretti – alla metodologia con la quale introdurre la tecnologia che non deve essere mai calata dall’alto. Occorre applicare sempre l’“human centred design”, ovvero assicurare il coinvolgimento degli utilizzatori finali, quindi i lavoratori, nella progettazione delle novità”. Così dal confronto nasce il confort. E in diversi progetti i ricercatori dell’Osservatorio hanno visto introdurre la musica nei magazzini, arredamenti per il monitoraggio dei carichi posizionati in modo da permettere e facilitare lo scambio e il dialogo tra dipendenti e schermi configurati per il lavoro, ma con la possibilità di accedere ad aree personali per bilanciare meglio la vita familiare e quella lavorativa.   

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