Negli ultimi anni l’automazione ha assunto un ruolo centrale nella logistica italiana. Secondo un’indagine condotta su un campione di oltre 500 aziende e contenuta nell’edizione 2024 dell’Osservatorio sull’Automazione dei Magazzini (progetto di ricerca attivato dalla Rivista Logistica in collaborazione con LIUC Università Cattaneo), il 38% ha già adottato sistemi automatizzati per la gestione delle unità di carico, segnando un incremento del 15% rispetto all’anno precedente.
Parallelamente, cresce la propensione a investire in soluzioni automatizzate: il 64% delle imprese ha dichiarato di voler implementare nuove tecnologie nei prossimi anni, contro il 57% del 2023.
Presenza di automazione nei magazzini logistici

I motivi dell’adozione
L’adozione di soluzioni automatizzate è spinta principalmente dal bisogno di «incrementare la produttività e ridurre i costi di prelievo», un obiettivo che molte aziende considerano prioritario (infatti è il fattore più citato nel sondaggio, con un punteggio di 4,04 su 5). A seguire, al secondo posto tra i fattori più apprezzati, c’è «l’ottimizzazione dello spazio disponibile» (3,74), un vantaggio strategico che permette alle aziende di evitare costose espansioni infrastrutturali.
Un altro aspetto rilevante è la «diminuzione degli errori nell’allestimento degli ordini» (punteggio di 2,96), che contribuisce a migliorare la precisione e la qualità del servizio. C’è poi la «riduzione delle attività ripetitive e faticose» (2,52), che rappresenta un valore aggiunto in termini di sicurezza e benessere per i lavoratori. Infine, la «difficoltà nel reperire personale qualificato», fattore che spinge sempre più aziende a ricorrere all’automazione per garantire continuità operativa e ridurre la dipendenza dalla manodopera umana.
Pianificazione di investimenti nell’automazione del magazzino

Le barriere all’automazione
Nonostante la crescita dell’interesse, molte aziende incontrano però ancora ostacoli significativi nell’adozione dell’automazione. Il principale deterrente è rappresentato dagli «elevati costi iniziali e lunghi tempi di ritorno dell’investimento (fattore più critico, con un punteggio di 4,03 su 5). Questo aspetto preoccupa in particolare le PMI, che spesso dispongono di budget più ridotti e necessitano di ritorni più rapidi. Subito dopo, al secondo posto, si colloca la «variabilità degli oggetti gestiti» (3,59), che crea difficoltà nell’adozione di soluzioni standardizzate, rendendo più complesso il processo di automazione.
La «rigidità delle soluzioni automatizzate nei periodi di picco» (3,14) rappresenta un altro problema rilevante, poiché le aziende temono che i sistemi automatizzati possano non essere abbastanza flessibili per gestire variazioni improvvise della domanda. Al quarto posto, con un punteggio di 2,45, si trovano gli «elevati costi di gestione e manutenzione», un elemento che impatta in particolare le aziende con margini operativi ridotti. Infine, il «timore di interruzioni operative dovute a malfunzionamenti» risulta meno impattante rispetto agli altri fattori, ma comunque presente nelle valutazioni aziendali.
Con lo sguardo rivolto al futuro
L’indagine, in conclusione, evidenzia come oltre due terzi degli operatori logistici siano intenzionati a investire in automazione nei prossimi anni, soprattutto per far fronte alla carenza di manodopera e ai costi crescenti.
Il settore sta attraversando una fase di trasformazione significativa, e le aziende che adotteranno per tempo queste soluzioni potranno ottenere un vantaggio competitivo rilevante in termini di efficienza, riduzione dei costi e miglioramento della qualità del servizio.