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+12,6%: è l’incremento del costo dell’assicurazione in due anni per un cassonato

Per un cisternato gli aumenti si attestano al +8,7%. I dati del Centro Studi di Federtrasporti, elaborati sulla scorta dei costi sostenuti dalle aziende associate, sono in linea con quelli monitorati dall’Ivass nel quaderno n. 33 pubblicato lo scorso marzo. In Italia i premi sono saliti del 10,1% dal 2022 al 2024, meno che in Europa dove gli aumenti si attestano al 19,6%: in testa è la Germania con rialzi vicini al 45%

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Un cassonato che in media percorre 100mila chilometri all’anno a marzo del 2023 doveva caricare sulla tariffa chilometrica un costo di 0,1190 euro per l’assicurazione che copriva una quota pari al 6,9% dei costi totali. A marzo 2025 il costo vivo al km per lo stesso mezzo è diventato di 0,1340 euro, ovvero il 7,5% degli oneri totali e il 12,6% in più nel giro di due anni. Va un po’ meglio per un cisternato impegnato con una percorrenza annua di 100mila chilometri: a marzo 2023 doveva caricare per l’assicurazione 0,1500 euro (il 7,9% dei costi), due anni dopo si trova con un costo di 0,1630 euro (8,3% del totale) con un incremento dell’8,7%. 

I dati, provenienti dal Centro Studi di Federtrasporti, che monitora l’intero paniere dei costi delle aziende di autotrasporto rilevando le informazioni presso i propri associati, sono in linea con quelli rilevati dall’Ivass, l’Istituto per la vigilanza delle assicurazioni, nel Quaderno 33 «Analisi delle dinamiche dei premi r.c. auto», pubblicato lo scorso marzo in cui si evidenzia che in Italia dal 2022 al 2024 i premi sono saliti in media del 10,1% sull’onda della tornata inflattiva che agisce sul settore con un ritardo medio di circa 9 mesi dovuto al rinnovo dei contratti e alle aspettative di aumento dei servizi in caso di sinistri da parte della compagnie assicurative. Nel periodo 2014-2021 il premio medio per l’r.c. auto si è ridotto del 25,3% in termini nominali e del 29,7% in termini reali, fa sapere il rapporto Ivass. «Dopo questa lunga fase di contrazione – si legge nel rapporto – il premio medio risulta in aumento da fine 2022, con incrementi nel 2023 e 2024 pari rispettivamente al 6,1% e al 5% in termini nominali. L’incremento complessivo del premio medio pagato a luglio 2024 rispetto a gennaio 2021 è del 12,6%». 

Fonte: Ivass

Un risultato che, secondo l’organismo di vigilanza, si attesterebbe comunque sotto la media Ue che nello stesso periodo ha visto aumenti del 19,6% con la Germania che guida la classifica con incrementi che sfiorano il 45% e l’Italia che si posiziona dopo i maggiori paesi europei. 

Fonte: Ivass

Sui premi assicurativi hanno influito le aspettative sui costi futuri dei sinistri da parte delle compagnie: a fronte di aspettative in rialzo, i premi vengono aumentati per soddisfare le future richieste di risarcimento. In contesti di inflazione crescente, secondo l’Ivass, l’incremento del premio medio è correlato all’aumento generalizzato (osservato e atteso nel futuro) dei prezzi al consumo attraverso due canali. In primo luogo, l’incremento degli indici dei costi dei pezzi di ricambio e di manutenzione ha un effetto sul costo medio dei sinistri relativo ai danni a cose. In secondo luogo, i prezzi riflettono l’andamento dei risarcimenti per danni non patrimoniali (lesioni), anche per effetto della rivalutazione a fronte dell’inflazione delle tabelle utilizzate per determinare i risarcimenti. 

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