La crisi del Mar Rosso ha allungato il tempo medio di navigazione dall’Asia all’Europa del 39% e ha modificato le rotte all’interno del Mediterraneo concentrando sempre più i traffici: oggi oltre il 75% della merce arriva in soli 11 dei 96 porti presenti sulle due sponde del mare nostrum. In cima alla classifica – pubblicata nell’Italian Maritime Economy 2024, il rapporto sull’economia del mare redatto da SRM, il centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo specializzato nell’analisi delle filiere produttive con particolare attenzione all’economia del mare e alla logistica – c’è Tanger Med, con 7,6 milioni di TEU, all’ultimo posto La Spezia, mentre Gioia Tauro (che però è di transhipment) compare in quarta posizione. Se si guardano i dati del primo trimestre 2024, sul podio sale Valencia, seguito da Tanger Med e Algeciras, mentre è Barcellona a riportare l’incremento più dinamico con un aumento dei traffici container del 23,9% nel primo semestre 2024. Insomma, i traffici nel Mediterrano tengono, ma si spostano verso Occidente, concentrandosi nei porti più prossimi alle rotte oceaniche.
I 15 PRINCIPALI PORTI CONTAINER EURO-MEDITERRANEI
Una concentrazione evidente (e che lascia fuori l’Italia) se si considerano i primi tre scali – Tanger Med, Valenzia e Algeciras – che insieme movimentano più del 50% dei container, con quote individuali superiori ai 3 milioni di TEU. La loro fortuna – spiega lo studio di SRM – si deve a due fattori fondamentali: la vicinanza con le rotte transoceaniche, in particolare nel caso di Tangeri e Algeciras, e un potente hinterland come per quasi tutti i porti europei con la sola eccezione di Tangeri e Casablanca.
I VOLUMI DEL TRAFFICO MARITTIMO
In Italia la situazione tiene, con incrementi positivi a La Spezia (+9,4%) e Napoli (+8,9%) nel primo semestre di quest’anno. Secondo i dati diffusi con il rapporto MOST presentato durante il 9° Forum di Conftrasporto nei giorni scorsi, il segno meno si intravede a Genova (-1,3%), a Livorno (-6,1%), a Trieste (-4,5%) e a Venezia (-6%). A livello territoriale, infatti, perdono terreno i porti del Nord con riduzioni di traffico oltre il 4% e il centro che segna un -10,3% tra il 2022 e 2023. Se passiamo ai movimenti portuali, invece, tra il 2022 e 2023 hanno perso terreno le rinfuse solide (-15,11%), il gateway (-5,66%) e i container (-2,3%). In crescita solo il transhipment (+3,38%) e il traffico RO-RO che incassa un +0,48%, forte di una grande crescita dal 2019 pari all’8,24% (vedi l’articolo dedicato a questa tipologia di trasporto).