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3,5%: sarà la quota del gasolio nell’autotrasporto nel 2050 se l’Ue aprirà alla neutralità tecnologica

La proiezione è contenuta in uno studio presentato da UNEM in collaborazione con Anita e Confitarma, redatto con il RIE di Bologna, che prende in esame due scenari per la decarbonizzazione dei veicoli con massa superiore alle 3,5 tonnellate. Se la politica europea non verrà aggiornata, per raggiungere gli obiettivi di abbassamento delle emissioni, bisognerà spingere sull’idrogeno e l’elettrico, cercando di minimizzare i rischi e le criticità che queste tecnologie ancora presentano. Nel caso l’Ue cambiasse approccio, invece, nel 2040 la quota del diesel potrebbe ridursi al 60% (oggi è al 95%) e nel 2050 al 3,5%.

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Quasi il 50% dei mezzi pesanti saranno alimentati con biometano e biodiesel, più del 40% con i RFNBO, ovvero i carburanti rinnovabili di origine non biologica come l’idrogeno, il 7% del parco sarà elettrico e solo il 3,5% continuerà ad usare il gasolio. È lo scenario al 2050 disegnato da uno studio curato dal “Gruppo strategico carburanti ed energie alternative per la mobilità” di UNEM in collaborazione con il RIE di Bologna, presentato a Roma nei giorni scorsi con Anita e Confitarma, che analizza le prospettive di decarbonizzazione del trasporto pesante stradale in Italia, attraverso la predisposizione di due scenari possibili per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Ue con il pacchetto Fit for 55 per il trasporto pesante, ovvero -45% al 2030, -65% al 2040, -90% al 2050. Lo studio ipotizza uno scenario base in cui la normativa rimane invariata (con la chiusura rispetto ai biocarburanti), e uno scenario multifuel di apertura verso l’utilizzo anche dei low carbon fuels in considerazione di tempi e ampiezza dei diversi carburanti e vettori energetici.

2030: obiettivi irraggiungibili

In primis, con lo scenario attuale, secondo lo studio, l’obiettivo di riduzione del 45% (rispetto alle emissioni del 2022) per il trasporto pesante non sarebbe raggiungibile, al massimo si potrebbe aspirare in Italia a una riduzione pari al 20%, questo a causa anche dell’obsolescenza del parco mezzi in circolazione che attualmente ha un’età media di 14,5 anni con una dipendenza quasi esclusiva dal gasolio. Tra 6 anni, attesta lo studio, “il gasolio fossile costituirà ancora quasi l’80% dei consumi, mentre si considera una prima fase di penetrazione di HVO e FAME (carburante bio ottenuto da oli vegetali, ndr) e del biometano che insieme contribuiranno a coprire la domanda per il 18% circa. Si è considerata, inoltre, una primissima penetrazione degli RFNBO seppur in quantitativi ancora molto modesti e una piccola quota di copertura dei consumi da parte del vettore elettrico. La domanda restante viene coperta da gasolio tradizionale e dal complesso delle assunzioni si otterrebbe una prima riduzione delle emissioni del 20% circa”. 

2040: l’elettrico non è pronto, si punti sui carburanti bio

Lo scenario base, senza un intervento normativo, potrebbe presentare delle criticità nel raggiungimento degli obiettivi a causa delle problematiche ancora esistenti nello sviluppo della modalità elettrica per il trasporto pesante. Nello scenario multifuel invece si punterebbe su “un maggior utilizzo di diesel di origine biogenica – in attesa di maggiori sviluppi di RFNBO e in assenza di una diffusione dell’uso dei BEV per raggiungere gli stessi obiettivi fissati da Fit for 55.

2050: addio al gasolio

In entrambi gli scenari, i consumi diminuirebbero secondo la tabella di marcia fissata dall’Ue, ma con sforzi e prospettive diverse. Nello scenario base sarebbe necessaria una profonda penetrazione dell’idrogeno e dell’elettrico, con le problematiche e le incertezze che queste tecnologie per il momento presentano. Mentre nello scenario multifuel si punterebbe sui “biocarburanti liquidi, grazie anche alle economie di scala, continuerebbero la loro crescita, eventualmente anche con il contributo di quantità importate”. Anche la quota del biometano potrebbe consolidarsi e affiancare il 40% di mezzi che userebbero i RFNBO, marginalizzando l’uso del gasolio solo al 3,5% dei veicoli in circolazione.

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