Sono cresciute del 12% in 7 anni le aziende iscritte all’Albo dei gestori ambientali: un esercito di micro-realtà che per l’83% esercita il trasporto in conto proprio e per il 99% ha una flotta che non supera i 50 mezzi. Un bacino di utenza chiamato (per legge) alla sfida della digitalizzazione tramite l’appuntamento con il RENTRI, ovvero il sistema di tracciabilità della gestione e il trasporto dei rifiuti, pericolosi e non che, per le aziende di grandi dimensioni, è scattato il 15 dicembre scorso, termine ultimo per l’iscrizione al registro nel quale dovranno confluire, a scaglioni per tutto il 2025, anche le medie e piccole imprese che trasportano o che trattano rifiuti (a regime nel 2026 dovrebbero essere 500mila i soggetti iscritti). Una rivoluzione, molto attesa (ma anche temuta) dopo il fallimento del Sistri, che sta imponendo un cambio di passo ancora più necessario in un settore caratterizzato da operatori piccoli e piccolissimi, spesso in passato teatro di illegalità e irregolarità diffusa.
Secondo i dati dell’Albo gestori ambientali che, a livello territoriale, si appoggia alle Camere di Commercio, le aziende di trasporto che hanno richiesto l’iscrizione nelle 10 categorie in cui è diviso il registro sono attualmente 171.000: in 7 anni sono aumentante di circa 20.000 unità, con una crescita del 12%.
La quasi totalità delle aziende esercita il trasporto dei rifiuti in conto proprio. Secondo una estrazione di dati elaborata il 10 dicembre scorso, l’83% delle aziende (136.881) è iscritta alla categoria 2 bis “Raccolta e trasporti dei propri rifiuti”, ovvero si tratta di realtà impegnate in altri settori che producono rifiuti e li trasportano in house. Solo il 13%, ovvero 21.255 imprese agisce in qualità di operatore professionale per il trasporto di rifiuti, mentre un 4% è incasellabile in altre categorie che comunque coinvolgono il trasporto.
Anche i veicoli impiegati per il trasporto dei rifiuti sono aumentati: la crescita nello stesso periodo è stata del 32%, passando dai 592.059 del 2017 agli attuali 781.706 unità. Le grandi flotte, tuttavia, scarseggiano: solo meno dell’1% delle aziende dispone di più di 50 veicoli, il 99% delle realtà rimane sotto questa soglia.
Il digitale e il Rentri
L’avvento della digitalizzazione con il RENTRI è stato in qualche modo preparato da misure tese al controllo della legalità e allo snellimento delle procedure messe in atto negli ultimi anni dall’Albo guidato da Daniele Gizzi (leggi l’intervista qui). E’ il caso della dematerializzazione dei documenti che da giugno 2023 possono essere caricati con un QrCode su uno smartphone, una soluzione adottata per ora da 29% delle imprese e il 49% dei veicoli. Anche i controlli passano per la tecnologia: l’Albo ha infatti creato un’App, in uso alle forze dell’ordine, che permette, inquadrando la targa del veicolo, di risalire all’iscrizione e controllare la regolarità dei documenti, attualmente in uso in 273 enti di controllo.