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0,04 euro: il minor prezzo dell’HVO rispetto al gasolio in Italia

L'olio vegetale idrotrattato - secondo uno studio dell’IRU - inquina l'85% in meno rispetto al diesel, ma soffre per una rete di distribuzione europea ancora insufficiente (anche se in espansione) in diversi paesi. All’estero il prezzo è in media più alto, ma nel nostro Paese è inferiore grazie agli incentivi del Governo

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HVO (olio vegetale idrotrattato) ed elettricità. Secondo lo studio IRU Green Compact sull’Europa sono queste le due strade che il trasporto su strada dovrà perseguire nel settore dei carburanti alternativi se vorrà raggiungere nel 2050 l’obiettivo della “neutralità carbonica”. Utilizzando alimentazioni sostitutive al diesel – spiega il rapporto – i veicoli pesanti potranno diventare più efficienti ed ecocompatibili.

L’HVO? Inquina l’85% in meno

L’organizzazione mondiale del trasporto su strada ricorda come l’HVO, o diesel rinnovabile, sia un biocarburante ricavato da prodotti di scarto come olio da cucina, grasso animale, sego, oli di pesce e olio di mais tecnico. Si tratta di un carburante alternativo perché, in base alla contabilità well-to-wheel (ovvero l’analisi completa dell’impatto ambientale e delle emissioni di gas serra di un veicolo lungo l’intero ciclo di vita), emette in Europa mediamente circa 0,52 kg di CO2 per litro, ovvero l’85% in menorispetto al diesel.

Vantaggi e svantaggi

vantaggi dell’olio vegetale idrotrattato rispetto al gasolio sono due:

  • minori inquinanti allo scarico (o meglio un migliore compromesso tra particolato e ossidi di azoto)
  • l’interessante compatibilità con un moderno motore diesel.
    Gli svantaggi riguarderebbero invece:
  • il prezzo più elevato
  • una disponibilità più limitata.

    Non tutti i paesi dell’UE, infatti, consentono la distribuzione di HVO presso stazioni di rifornimento pubbliche (per esempio Cipro, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Portogallo e Slovenia). Inoltre, c’è disparità nella densità delle stazioni di rifornimento HVO all’interno dell’UE. I Paesi Bassi hanno la maggiore densità, mentre Francia e Romania hanno la più bassa, rispettivamente con cinque e due stazioni pubbliche che distribuiscono HVO. Tuttavia, è una situazione che si sta evolvendo rapidamente, poiché in generale il numero di stazioni è triplicato tra marzo e luglio 2024.

Ma in Italia costa meno

In questo quadro, però, la situazione dell’Italia gode di un trattamento favorevole. Infatti, sulla base dei dati rilevati nel giugno 2024, nel Continente europeo alla pompa l’HVO è più caro del gasolio tra gli 0,04 e 0,50 euro al litro, con punte in Belgio (2,27 euro/litro) e Danimarca (1,93 euro/litro). Viceversa nello Stivale l’HVO è più economico di 0,04 euro al litro – 1,73 euro/litro – grazie soprattutto ai sussidi governativi. Questo fatto dovrebbe di conseguenza comportare un maggiore e più rapido sviluppo nel nostro Paese sia dell’HVO, sia delle strutture di distribuzione. Peraltro, essendo dei vincoli di produzione a livello europeo e siccome in Italia ci sono diversi siti produttivi, l’Eni nello scorso autunno ha lanciato una promozione per smaltire l’HVO accumulato. E lo sconto si è andato a sommare anche con l’equiparazione dell’HVO con il gasolio a fini fiscali, in quanto adesso a livello normativo consente di recuperare le stesse accise. E quindi sommando i due aspetti si arriva alla conclusione di partenza: un litro di HVO in Italia costa 4 centesimi in meno del gasolio tradizionale.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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