Una community con uno scopo esplicito: portare la presenza femminile al 5% tra gli autisti e al 25% nell’intero settore del trasporto. Se lo condividete, aiutateci a raggiungerlo
Si sale su un camion quando si è in grado di guidare. Capacità attestata dal possesso di una patente. Ma non è tutto. Occorre relazionarsi con le persone e farsi trovare sempre pronti ad affrontare le differenti situazioni che si presentano. Questo significa disporre dei cosiddetti DPI, ma anche di quell’abbigliamento che ti consente di essere a proprio agio in ogni situazione. Non per essere obbligatoriamente omologati in una sorta di divisa ma, con un po’ di fantasia e qualche giusto consiglio, poter esprimere la propria personalità coniugando creatività ed efficienza. E scoprire che i colleghi camionisti si stanno allontanando sempre più dallo stereotipo di una volta, dando pareri su quale indumento sia meglio indossare e quale invece sarà sempre inadeguato. Un percorso evolutivo o se volete una progressiva presa di coscienza scritta direttamente da una neo-autista dalla penna facile (è entrata nell’autotrasporto nel 2020). Risponde al nome di Marta Bertazzo, anche se tutti la chiamano «Lola»
Giovane, anzi, giovanissima, ma con una spiccata passione per la logistica nata durante il percorso di studi universitario in Ingegneria gestionale al Politecnico di Milano. Oggi Ricercatrice dell’Osservatorio Contract Logistics e Ricercatrice Senior degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, Maria Pavesi racconta il settore da un altro punto di vista…quello della Ricerca.
Poche, anzi, pochissime, ma determinate. Le donne che imbracciano il volante di un camion sono in Italia (e anche in Europa) solo il 2% del totale degli autisti. Un numero esiguo che la pandemia ha ulteriormente limato anche, o forse soprattutto, a causa della mancanza dei «servizi necessari»
Il colosso bergamasco della logistica chiude i primi sei mesi dell’anno con cento nuove assunzioni, di cui il 45,5% donne e con un’età media di 40 anni. Sintomo «di un nuovo modo di percepire il settore da parte delle donne», ma soprattutto della necessità di essere pronti a cambiare mentalità e a guardare avanti
Anni trascorsi a nascondere la passione per l’autotrasporto per paura di non essere compresa dalla famiglia. Poi la svolta, Sara Bizzaro sale sul camion e non lo lascia più fino alla nascita della sua bambina, Amy. Apre una panetteria e mette da parte il suo sogno per qualche tempo, prima di rendersi conto che per lei la felicità è guardare il sole nascere e tramontare dalla cabina del suo camion
Le aziende con più di 50 dipendenti, sia pubbliche che private, sono tenute a compilare con cadenza biennale un rapporto sulla situazione del personale...