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Ecco la cura di 2 miliardi con cui DHL vuole potenziare l’offerta di logistica farmaceutica

Il mercato del pharma cresce su scala globale. E quindi necessita sempre di più di servizi logistici globali. DHL mira a intercettarli investendo due miliardi in cinque anni nelle Americhe, in Asia-Pacifico ed EMEA allo scopo di migliorare la dotazione infrastrutturale e tecnologica e potenziare, anche a colpi di tecnologia, il livello di efficienza. Anche perché qui dietro al committente spesso c’è un paziente che non può attendere

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Il settore farmaceutico e biofarmaceutico hanno straordinarie capacità di sviluppo. Per tante ragioni, ma essenzialmente perché nei mercati sviluppati la tecnologia consente di adottare terapie intensive e innovative, mentre in quelli emergenti la domanda di consumo trova progressivamente maturazione. Ecco perché DHL non soltanto ha creato un brand dedicato a questo settore – DHL Health Logistics – non soltanto lo ha dotato di infrastrutture rilevanti (600 siti, hub e magazzini in circa 130 Paesi per un totale di oltre 2,5 milioni di mq di spazi a temperatura controllata) e ne ha allargato il perimetro delle attività acquisendo Cryopdp, corriere specializzato proprio in studi clinici, biofarmaceutica e terapie cellulari e geniche, ma adesso prende la decisione strategica di investire massicciamente nel life sciences & healthcare due miliardi di euro nei prossimi cinque anni, così da continuare a potenziare l’offerta di servizio in tale settore. Parliamo – è bene sottolinearlo – di un investimento su scala globale, perché se d’altra parte le grandi aziende farmaceutiche sono impegnate a espandersi in modo orizzontale e geografico oppure acquisendo aziende del settore attive in specifici ambiti territoriali in cui sono meno presente, per intercettare la loro domanda logistica c’è bisogno di un’organizzazione che abbracci tutti il pianeta. Prova ne sia che i capitali investiti saranno destinati per il 50% alle Americhe, per il 25% all’Asia-Pacifico e per il restante 25% alla regione EMEA.

Ma se questa è la cornice geografica dell’investimento, c’è poi da focalizzare le modalità concrete con cui metterlo a frutto. E qui l’idea è di puntare soprattutto a migliorare l’attuale dotazione infrastrutturale e tecnologica, potenziandone l’efficienza rispetto a ogni anello della catena (dallo stoccaggio all’evasione ordini, dalla distribuzione alla spedizione fino alla consegna dell’ultimo miglio) e creando degli hub farmaceutici certificati (GPD-certified Pharma Hubs) da rendere trasversali alle divisioni per spedizioni a diverse temperature, all’espansione della capacità della cold chain in strutture esistenti, all’introduzione di nuovi veicoli a temperatura controllata e al miglioramento delle soluzioni di imballaggio attivo e passivo per garantire consegne sostenibili. In più, realizzerà infrastrutture di raffreddamento specializzate per gestire temperature basse e ultra-basse (guardando evidentemente a realtà impegnate in terapie geniche e cellulari) e in sistemi IT all’avanguardia, capaci di garantire tracciabilità end-to-end, integrità del prodotto, conformità normativa e sicurezza per fornitori e pazienti.

A livello organizzativo, invece, tutte queste dotazioni infrastrutturali saranno in dotazione a una realtà – DHL Health Logistics, appunto – al cui interno verranno gestite tramite una sola entità integrata ogni diverse competenza da mettere al servizio di aziende del settore farmaceutico, biofarmaceutico e dei dispositivi medici, in modo da individuare soluzioni logistiche connesse e agili, seppure complesse e spesso articolate su operatività transfrontaliera. 
Oscar de Bok, CEO di DHL Supply Chain aggiunge a questi elementi l’anello ultimo della filiera, vale a dire i destinatari delle cure, vale a dire coloro che orientano la mission delle aziende del settore, che è quella – spiega di «consegnare prodotti essenziali e spesso salvavita alle Persone che ne hanno bisogno». E poi aggiunge che questo investimento serve a offrire «soluzioni logistiche integrate e di alta qualità che siano innovative e affidabili così come lo sono i prodotti dei nostri Clienti, assicurando che i pazienti ricevano il trattamento adeguato, al momento giusto, contando su affidabilità ed eccellenza». Insomma, qui il metro dell’efficienza da raggiungere spesso si misura con il livello di cura – e quindi in qualche modo di guarigione – che il paziente riesce a ottenere quando e dove serve.

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