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La storia di Sharon Villegas: quando il camion diventa una scelta di vita

Sharon Villegas Del Fabro a 26 anni ha raggiunto la sua dimensione nel portare il bilico che guida lungo le strade italiane, «anche se mi piacerebbe trovare più strutture e servizi per noi trasportatori»

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Sharon Villegas Del Fabro è una giovane donna di 26 anni, figlia d’arte perché il padre ha fatto il camionista per una vita e lei, fin da bambina, stava sul veicolo del genitore a vederlo guidare. Ma inizialmente non aveva pensato di fare questa professione. Poi il papà è venuto a mancare e, mentre faceva un altro lavoro, Sharon ha conosciuto una trasportatrice con cui fatto amicizia: «Un giorno lei mi ha chiesto perché io non avessi mai provato a guidare un pesante – ci racconta – In quel momento mi è scattata qualcosa in testa e così ho cominciato». Oggi Villegas trasporta acciaio, rifiuti ed altri materiali in tutta Italia con il suo autoarticolato da 16 metri ed è felice.

È stata una buona scelta, quella di Sharon: «Il lavoro con il camion è quello della mia vita – ci spiega – in ogni sfaccettatura, impiego e dimensione. Quando salgo sul mio bilico sono serena e tranquilla, mi piace e mi diverto anche se le giornate sono lunghe». Certo, non sempre è semplice conciliare questa vita con il resto del mondo, ma Sharon dice che è «un problema generale, che hanno anche i trasportatori maschi. Le relazioni con familiari o amici sono indubbiamente sacrificate, ma da quando faccio autotrasporto ho molte più soddisfazioni a livello personale rispetto a prima. Una volta ero più frustrata e triste, ho passato anche momenti di forte stress psicofisico, ma adesso ho raggiunto la mia dimensione ed il mio equilibrio».

Nelle quattro chiacchiere fatte con lei al WoMAN’s Day, organizzato da MAN per la Giornata Internazionale della Donna, concordiamo che c’è comunque ancora tanto da migliorare nella professione e Sharon identifica subito uno dei problemi maggiori: i servizi per gli autisti.

«Dobbiamo adattarci alle situazioni – sottolinea – anche solo per fare una doccia o mangiare qualcosa. Il nostro lavoro passa un po’ troppo sottotraccia, viene dato per scontato. Siamo spesso invisibili quando invece avremmo diritto a una maggiore considerazione. In fondo facciamo un mestiere fondamentale per l’economia di base, trasportiamo le materie prime o il prodotto finito per il vantaggio di tutti. Sarebbe bello quindi che ci fossero delle strutture apposite per noi. Quando andiamo in un’area di servizio non vorrei insomma accontentarmi di una doccia aperta a tutti, mi piacerebbe avere un luogo solo per i trasportatori».

Ed ecco spuntare il tema uomini. Senza nascondersi dietro un dito, il trasporto su strada è un ambiente fortemente maschile, con tutti i contrasti che possono verificarsi quando si vede una donna «violare» il loro territorio.

«Conflitti ce ne sono – ammette Sharon – ma nella mia esperienza personale, che non è certo lunghissima, visto che ho iniziato a guidare il camion nel 2022, ho sempre avuto un rapporto positivo con i colleghi autisti. Semmai ho vissuto più problemi con gli addetti degli uffici o i magazzinieri, oppure con i dirigenti e i responsabili». La nostra amica cita un episodio di qualche giorno fa in cui ha bucato una gomma senza accorgersene e un autotrasportatore ha fatto di tutto per informarla del guaio: «Ho sempre trovato molto aiuto – ribadisce – La nostra categoria mi sembra una grande comunità dove è vero che, rispetto magari a tanti anni fa, ognuno si fa un po’ gli affari propri, ma nessuno ti nega mai una mano o si tira indietro. La trovo una cosa bellissima, soprattutto perché sono ancora una novellina e vedo che tutti sono ben disposti verso di me».

Sharon sta guidando oggi un autocarro con dotazione base, anche perché, come dice lei, «sto imparando. Però – confessa – mi piacerebbe avere un veicolo con più telecamere, in particolare sui semirimorchi nella parte posteriore per poter vedere gli angoli ciechi». Una dotazione di sicurezza, precisa l’autotrasportatrice, che permetterebbe di capire la presenza di persone o veicoli ed evitare così incidenti molto pericolosi.

Cosa c’è nel futuro di Sharon? Lei ha le idee ben chiare: «Per i primi anni voglio continuare con il trasporto nazionale – sottolinea – poi più avanti mi piacerebbe passare al giornaliero. Ma sono già contenta adesso di come mi va».

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