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Autotrasporto: 40.000 autisti in meno se fosse riconosciuto il lavoro usurante

L’agevolazione non è mai stata riconosciuta a chi guida un camion, mentre è una realtà dal 2011 per chi è al volante di un bus per il trasporto persone. La storia di copertina di Uomini e Trasporti affronta il nodo pensioni: fino al 30% del netto in busta non produce effetti contributivi, sono pochissimi gli iscritti al fondo Priamo, mentre oltre il 75% delle aziende non ha ancora adottato un sistema di welfare. Un quadro che contribuisce a rendere poco attrattiva la professione per i giovani

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«Perche il volante non è usurante?». È questa la domanda a cui risponde l’inchiesta contenuta nel nuovo numero di Uomini e Trasporti, in uscita oggi con una veste grafica rinnovata. Secondo il periodico, edito dal Gruppo Federtrasporti, grande realtà consortile dell’autotrasporto in Italia, se il lavoro di autista per il trasporto delle merci fosse riconosciuto per legge come usurante, ci sarebbe un’emorragia di conducenti: in circa 40.000 sarebbero pronti a usufruire dell’agevolazione per andare in pensione anticipata, con un forte impatto sulla produttività del settore, già gravata dalla carenza di circa 20.000 autisti dovuta alla scarsa attrattività del settore sui giovani.

Il dato emerge prendendo in considerazione il numero delle patenti C superiori attive (secondo rilevazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) riferite ad autisti che hanno tra i 65 e i 69 anni (41.043) e che quindi potrebbero usufruire dell’agevolazione e di conseguenza lasciare il lavoro a partire da tre anni prima rispetto ai canonici 67. L’agevolazione, però, non è mai stata riconosciuta a chi guida un camion. Nonostante una lunga storia di rivendicazioni, il lavoro del conducente di mezzi pesanti per trasporto di merci è stato riconosciuto «solo» come gravoso e quindi agevolato con l’Ape social a determinate condizioni, a differenza sia dei «cugini» autisti di autobus per il trasporto di persone, ai quali i benefici del lavoro usurante sono stati riconosciuti dal 2011, sia rispetto ai colleghi francesi che possono scegliere di ritirarsi dalla vita professionale a partire dai 62 anni.

Oggi la busta paga di un autista di mezzi pesanti per il trasporto di merci può arrivare a superare i 3.000 euro mensili, ma dal 20 al 30% del netto in busta paga è da imputate alle indennità, tra cui le più importanti sono quelle di trasferta, che sono esenti da tassazione, ma non producono effetti contributivi. Di conseguenza si crea un notevole scalone tra ultimo stipendio e assegno pensionistico. Da un sondaggio realizzato da Uomini e Trasporti (che ha anche analizzato buste paga reali), emerge che oltre il 75% delle aziende non ha adottato strumenti di welfare aziendale: l’autotrasporto e la logistica sono anche i settori più indietro per numero di iscritti a Priamo, il fondo integrativo del settore, subentrato nel 2017 a Previlog.

La rivista, arrivata al numero 401, si presenta rinnovata nella grafica e nei contenuti. Uomini e Trasporti, che da oltre 40 anni racconta il settore, continuerà a farlo cercando di fornire risposte alle domande dell’autotrasporto e della logistica, affrontando temi di interesse per dipendenti, aziende e manager. Quindi, oltre alla storia di copertina, il nuovo formato presenta rubriche che forniscono spunti di analisi, come le parole da dimenticare (a cura di Massimo Marciani) e quelle da scoprire (a cura di Gennaro Speranza), la soluzione che mira a raccontare esempi da imitare (a cura di Deborah Appolloni), lo sguardo dell’Osservatorio Contract Logistics Gino Merchet del Politecnico di Milano per rimanere aggiornati su trend in atto (in questo numero con un contributo di Damiano Frosi) e un punto fermo sugli aspetti fiscali (a cura di Valentina Camorani Scarpa). Le «foto che parlano» raccontano le novità sul mercato dei veicoli a cui si affianca un excursus storico sulla comodità in cabina: come è cambiata la vita al volante dal primo camion, costruito nel 1896 da Daimler-Motoren-Gesellschaft? At least but not last, il periodico tende l’orecchio ai malesseri del settore attraverso diverse rubriche, tra cui uno spazio per confidenze legate alla vita privata a cui risponde Laura Broglio e il primo oroscopo su una rivista di autotrasporto curato da Umberto Cutolo per orientarsi e cogliere le sfide del futuro.

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