Giorgia Volta e suo padre Paolo sono logistici dell’anno 2024. Un premio della categoria «personale», consegnato lo scorso 29 novembre nel corso dell’evento «Le Energie del Cambiamento» – organizzato da Assologistica a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano – e giustificato dalla pubblicazione del volume «Trasporto merci: l’uomo al centro del trasporto sostenibile», che quando uscì, nel 2022 per i tipi di Franco Angeli, gettò una sorta di seme che poi nel tempo è andato fiorendo. Lo si deduce dal fatto che l’approccio proposto nel volume, quello cioè di partire dall’anello finale della filiera per affrontare in modo concreto il tema della sostenibilità, oggi viene considerato imprescindibile per risolvere alcune illogicità del trasporto e della logistica, legate in particolare all’e-commerce.
A tale scopo i due Volta indagano prima il comportamento del consumatore finale, verificandone le progressive evoluzioni nel tempo e anche in relazione alle teorie economiche, per poi arrivare all’oggi e constatare come alcune sue esigenze non siano propriamente figlie del bisogno, ma di un capriccio poco logico e soprattutto insostenibile dal punto di vista logistico. Proprio per questo gli autori coniugano tale problematica con i fattori tipici dell’attuale contesto, dalla sostenibilità (appunto) ambientale all’economia circolare, fino ai modi di approvvigionamento e commercializzazione, filtrandoli anche in relazione alle dinamiche demografiche.
Alla fine, quindi, ciò che emerge dalle riflessioni del volume è un’urgenza, un cambio di paradigma che porti a ricondisiderare il ruolo centrale dell’uomo non soltanto dal punto di vista professionale, ma anche come consumatore consapevole e come persona inserita in un ambiente terrestre da tutelare e salvaguardare.
È un tema affascinante, anche perché costringe a riflettere su una delle contraddizioni evidenti della nostra epoca, segnata da crescenti istanze ambientali, ma anche da altrettanti crescenti acquisti on line, che impongono la distribuzione in tempi rapidi e con destinazioni polverizzate di beni che potrebbero essere tranquillamente consegnati in altro momento e magari in un luogo diverso dalle abitazioni private in cui poter concentrare parte delle consegne.
Una follia logistica su cui in tanti oggi riflettono, invitando la filiera a una maggiore collaborazione, portando così alle estreme conseguenze proprio quel principio che Giorgia e Paolo Volta avevano individuato già un paio di anni fa. E che quest’opera di riflessione e di sensibilizzazione serva a generare conseguenze concrete lo testimoniato anche le statistiche, se è vero – come ha riscontrato uno studio di Packlink poche settimane fa – che il 76% degli italiani preferirebbe consegne più lente in cambio di una minore impronta ambientale.