Il settore dell’autotrasporto in Italia si trova sempre di più nel mirino della criminalità organizzata, con un notevole incremento (+400%) nei furti di merci sui camion registrati negli ultimi due anni. Questa crescita, documentata nel rapporto congiunto di TT Club, BSI e TAPA EMEA, rivela come le nuove tecnologie stiano rivoluzionando le modalità di azione dei ladri, minacciando non solo le merci ma anche la sicurezza degli autisti.
L’utilizzo di droni come nuova tattica criminale
Tra le tecnologie emergenti, secondo il rapporto, i droni sono diventati strumenti chiave per la pianificazione dei furti. Piccoli e difficilmente rilevabili, questi dispositivi consentono di monitorare parcheggi, magazzini e persino movimenti stradali senza essere notati. I criminali utilizzano i droni per individuare merci di valore, soprattutto farmaci, abbigliamento e generi alimentari, che rappresentano i bersagli principali.
In alcuni casi, i droni sono stati impiegati per seguire i camion dalla partenza fino ai punti di sosta obbligati. Il rapporto fa rilevare, a questo proposito, che il 31% dei furti registrati nel 2023 si è verificato proprio in aree di parcheggio non sicure o lungo strade isolate.
Frequenza dei furti di merce sui camion in Italia (2016-2023)
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La geografia del rischio
Il rapporto TT Club evidenzia che la criminalità nel settore della logistica si concentra principalmente in aree ad alta densità industriale e con un ruolo strategico nei trasporti internazionali. La Lombardia, con particolare attenzione all’area di Milano, è considerata il principale luogo dove si verificano questi crimini.
Questa regione non solo è una delle più industrializzate d’Italia, ma è anche attraversata da arterie fondamentali come l’A1, l’A4 e l’A50, che collegano nodi produttivi, magazzini e terminal logistici strategici.
Oltre alla Lombardia, altre zone ad alto rischio includono:
- i porti italiani, come quelli di Genova e Napoli, dove le merci sono vulnerabili durante i trasferimenti da nave a terra.
- le autostrade principali, che fungono da corridoi per il trasporto internazionale. I punti di sosta lungo questi tratti sono particolarmente esposti.
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Metodi operativi tipici
Secondo il rapporto, i furti spesso avvengono soprattutto in prossimità dei parcheggi non custoditi o lungo le strade vicine alle aree industriali, sfruttando le pause obbligatorie degli autisti, un punto debole reso più evidente dalla carenza cronica di parcheggi sicuri. In questo contesto, le implicazioni per gli autisti sono ovviamente «pesanti», dal momento che si trovano in prima linea esposti non solo a perdite economiche, ma anche a rischi per la propria incolumità. Oltre allo stress delle lunghe ore di guida e alla difficoltà di trovare un posto sicuro, devono affrontare minacce dirette, come sequestri o azioni violente durante gli «assalti» ai camion.
A preoccupare, poi, è anche il fatto che le bande criminali agiscono sempre più con un alto grado di coordinazione. Tra i metodi più utilizzati vengono menzionati:
- il blocco delle vie di accesso: in pratica le bande criminali utilizzano veicoli rubati per chiudere le strade e rallentare l’intervento delle autorità.
- l’uso di chiodi a tre punte: questi strumenti vengono sparsi sulle strade per danneggiare i mezzi delle forze dell’ordine e dei camion in transito.
- sorveglianza tecnologica: i ladri usano droni per sorvegliare aree logistiche, identificando merci di valore e punti vulnerabili come parcheggi o ingressi non protetti. Con l’aiuto poi di persone «infiltrate», ottengono orari e dettagli sui carichi, coordinando furti mirati durante il trasporto o nei punti di sosta obbligati.
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Soluzioni possibili
Per contrastare questo fenomeno, il rapporto propone un mix di soluzioni:
- Aree di parcheggio sicure: l’Italia dispone di una sola area certificata TAPA per camion, nei pressi di Genova. Un dato che sottolinea la necessità urgente di interventi per migliorare la sicurezza della rete.
- Tecnologie avanzate: sistemi di contrasto ai droni, lucchetti di sicurezza ad alta tecnologia e tracciamento GPS possono aiutare, ma richiedono investimenti importanti.
- Collaborazione tra enti: maggiore coinvolgimento di operatori logistici, autorità locali e comunità per migliorare la sicurezza e sensibilizzare sull’impatto dei furti sulla catena di approvvigionamento.