Colpo di scena nella vicenda dell’acquisizione di Ekol Logistics da parte di Dfds. Dopo l’annuncio dello scorso aprile e l’improvviso dietrofront di appena due settimane fa, con l’interruzione delle trattative, il gruppo danese ha comunicato l’avvenuto acquisto della rete di trasporto della società turca, operazione che gli conferisce una posizione di forte predominio nel Mediterraneo, attraverso l’integrazione del trasporto su strada nel suo settore del traffico traghetti e nella prospettiva di un nuovo trasporto combinato. La Ekol opera infatti anche via terra con 1.300 camion, 3.900 rimorchi/casse mobili e 600 container. In Europa sono presenti 26 strutture, con una superficie totale di 120 mila mq. Circa il 75% sono terminal di cross-docking per le operazioni LTL (Less than truck load, spedizioni a carico parziale) e il resto sono magazzini con capacità di stoccaggio.
L’obiettivo è offrire soluzioni logistiche complete e di fine filiera ai clienti che commerciano tra Turchia e l’Europa. L’azienda acquisita sarà gestita come unità separata all’interno della divisione logistica di Dfds, con alcune strutture integrate nell’unità continentale già esistente. L’operazione ha grande importanza per il porto di Trieste, considerando il ruolo di assoluta preminenza del Ro-Ro nella infrastruttura friulana.
Tutto sfumato, anzi no
Si è cosi conclusa una vicenda molto turbolenta, con reciproche accuse sulle condizioni di acquisto/ vendita e sul valore di impresa, che avevano portato all’annullamento dell’intesa. Ora però si è trovata una quadra – sperabilmente definitiva – con Dfds che comprerà Ekol Logistics, sebbene a condizioni diverse rispetto a quelle di partenza. Tra le modifiche spicca l’opzione per l’estensione della durata del patto sul terminal del porto di Yalova, in Turchia e l’importo del debito incluso nella transazione.
Investiti 240 milioni di euro
In generale, la società danese sborserà oltre 241 milioni di euro (1,8 miliardi di corone danesi) per l’acquisizione, importo finanziato da una combinazione di prestiti e dall’utilizzo di fondi di cassa esistenti. L’attività dell’azienda turca comporta un fatturato di oltre 442 milioni di euro (3,3 miliardi di corone), con l’impiego di circa 3.700 persone e sedi in dieci Paesi europei. Circa la metà dei trasporto di Ekol avviene in modalità intermodale e la società turca è già ora il principale cliente delle navi ro-ro di Dfds che operano nel Mediterraneo (soprattutto sulla rotta tra Turchia e Trieste).
Tre anni per completare la fusione
Dfds ha spiegato infine che il piano d’integrazione prevede tre fasi per migliorare l’efficienza operativa, aumentare i volumi di traffico e ottimizzare l’uso di attrezzature e terminali, con un obiettivo di incremento del margine operativo (Ebit) a circa il 5% entro il 2027, dopo aver raggiunto il break-even (punto di pareggio) entro la fine del 2025. La Ekol Logistics aveva già inglobato la turca UN Ro-Ro, acquisendo un ruolo importante nel panorama delle navi traghetto di quel settore. Ora occorreranno tre anni per completare la fusione.