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Transizione, Unem: «Biocarburanti e neutralità tecnologica per il trasporto pesante. L’Ue riveda le politiche»

La richiesta arriva dall’associazione confindustriale che riunisce i produttori di carburanti. Uno studio, presentato insieme ad Anita e Confitarma, sulla decarbonizzazione dell’autotrasporto e dei collegamenti marittimi dimostra che aprendo ai biocarburanti sarebbe possibile raggiungere gli obiettivi del green deal. “Evitare posizioni ideologiche – chiede il presidente di Unem, Gianni Murano – e mettere in campo tutte le soluzioni tecnologiche per decarbonizzare i trasporti”

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Rivedere la strategia europea per la decarbonizzazione dei trasporti pesanti e marittimi. L’input arriva da Unem che, in collaborazione con il RIE di Bologna, ha presentato oggi insieme ad Anita e Confitarma lo studio “Decarbonizzare i trasporti pesanti. Prospettive per i segmenti stradale e marittimo al 2030 e al 2050” che dimostra come sia possibile raggiungere gli obiettivi dettati dall’agenda europea aprendo alla neutralità tecnologica e ai biocarburanti. In altre parole, Unem chiede al nuovo Parlamento Ue e Commissione una revisione delle politiche di decarbonizzazione per lo stradale pesante e il marittimo alla luce delle criticità economiche e geopolitiche degli ultimi anni. “Non sarà possibile fare un’inversione a U – ha detto l’europarlamentare Nicola Procaccini (FdI) – ma potremo correggere la rotta per i provvedimenti ancora non arrivati in fondo”. Anche Massimiliano Salini, eletto al Parlamento Ue dalle liste di Forza Italia, ha condiviso l’importanza della neutralità tencologica, mentre Dario Nardella che in Europa rappresenta i socialisti democratici ha ammesso che “in un mercato globalizzato sono necessarie dosi di flessibilità” per rivedere dove necessario anche scelte già fatte.

Neutralità carbonica per traguardare il 2025

“L’obiettivo di questo lavoro – ha sottolineato Gianni Murano, Presidente UNEM – è evidenziare come per traguardare la neutralità carbonica entro il 2050 sarà necessario sviluppare tutte le soluzioni tecnologiche che sono in grado di dare un contributo concreto alla decarbonizzazione dei trasporti. E’ essenziale evitare posizioni ideologiche che non tengono conto del reale contesto tecnologico e che possono generare contraccolpi economici e sociali persino precludendo il raggiungimento dell’obiettivo. La filiera industriale che rappresentiamo ha già investito molto nello sviluppo di carburanti a bassa se non nulla impronta carbonica, ma se non mettiamo in moto le adeguate economie di scala, partendo dal trasporto leggero, non arriveremo neanche a soddisfare la domanda di quei settori cosiddetti hard-to-abate, cioè aereo e marittimo”.

Il trasporto stradale contribuisce al 4% delle emissioni

Lo studio si è concentrato sul trasporto stradale pesante (con veicoli di massa superiore alla 3,5 tonnellate) che contribuisce al 4% delle emissioni nazionali. “Siamo convinti che debbano essere riconosciute e valorizzate tutte le tecnologie disponibili che possono contribuire utilmente alla decarbonizzazione del trasporto pesante su strada – ha detto Margherita Palladino Responsabile Relazioni Istituzionali di ANITA – La pluralità tecnologica deve trovare adeguato riconoscimento nel regolamento europeo che definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 dei nuovi veicoli pesanti. Anche l’intermodalità può fare la sua parte nella decarbonizzazione del comparto e le politiche europee vanno rese coerenti con la duplice esigenza di salvaguardare i traffici attuali e creare nuove relazioni di traffico intermodale. Auspichiamo un ripensamento sull’ETS marittimo e un aggiornamento della Direttiva europea sui trasporti combinati nell’ottica di perseguire queste finalità”.

Il mare: un settore hard to abat

“Confitarma e UNEM sono impegnate insieme nel complesso percorso della transizione energetica del trasporto marittimo – ha affermato Luca Sisto, Direttore Generale di Confitarma – con l’obiettivo comune di rendere i carburanti alternativi accessibili e competitivi per l’intera filiera del mare. Come ha recentemente evidenziato il presidente del Consiglio Meloni dalla COP29 di Baku, al momento non abbiamo un’unica alternativa ai combustibili fossili ma dobbiamo lavorare tutti insieme a un mix energetico equilibrato, che includa rinnovabili, gas, biocarburanti, idrogeno e cattura del CO2. Noi ci siamo, determinati a continuare a fare la nostra parte, consapevoli che il trasporto marittimo rimane un settore hard to abate, ancora fortemente dipendente dai combustibili fossili, ma anche che rappresenta la modalità di trasporto a minor impatto di emissioni a fronte di più dell’80% di merci movimentate a livello globale”.

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