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Sequestro per 22 milioni ad AF Logistics per frode fiscale e utilizzo illecito di manodopera

L'azienda del lodigiano, che genera circa la metà del proprio fatturato con due committenti (GS e Ikea Italia) è stata accusata dalla procura di Milano di frode fiscale messa in atto con un ricorso a società filtro e a cooperative utilizzate come serbatoio di manodopera, senza versare imposte e contributi

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Il ricco volume che vede la procura di Milano impegnata fare un’opera di pulizia all’interno del mondo del trasporto e della logistica si arricchisce di un nuovo capitolo. Stavolta i “soliti” pm Valentina Mondovì e Paolo Storari hanno richiesto al nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano di dare esecuzione al provvedimento preventivo di urgenza con cui veniva disposto il sequestro di 22 milioni nei confronti di AF Logistic spa, società di trasporto e movimentazione merci con sede nei pressi di Massalengo (Lodi). L’accusa è quella già vista altrove: somministrazione illecita di manodopera. Più precisamente la Guardia di Finanza avrebbe appurato, secondo quanto scrive in un comunicato il capo della procura Marcello Viola, «una complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale, del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti d’appalto per la somministrazione di manodopera».

In realtà l’indagine appare una filiazione di un’altra, portata a termine nello scorso aprile, quando la Finanza sequestrò a GS una cifra vicina ai 65 milioni di euro e anche in quel caso si ipotizzava un utilizzo illecito della manodopera coperto da rapporti di lavori coperti tramite l’intermediazione di società filtro, che attingevano a un pozzo di manodopera costituito da una rete di cooperative. Da qui ne derivava una costante omissione del versamento dell’Iva e di tutti i contributi previdenziali e assistenziali.

A essere indagati per frode fiscale sono sia Antonio Ferrari, legale rappresentante di AF Logistics, e la stessa società. Più precisamente in un lasso di tempo tra il 2018 e il 2023, l’azienda ha fatto «largo ricorso all’esternalizzazione dei servizi di logistica, movimentazione merci, facchinaggio e trasporto, avvalendosi di fatture ricevute da diversi soggetti giuridici, la cui analisi ha fatto emergere rilevanti criticità, in gran parte anche di natura fiscale, oltre che giuslavoristica».

I pm sono anche andati a quantificare i passaggi da una società all’altra cui erano sottoposti i lavoratori per evitare di pagare i contributi. Complessivamente ne hanno contati 3.820 e di questi 815 sono transitati in due società, 272 in tre, 64 in quattro e 22 in cinque o più. Dai bilanci, poi, i magistrati hanno appurato che circa la metà del fatturato di AF Logistics derivava dalle forniture a GS e a Ikea Italia e il resto da una miriade di altre aziende più piccole.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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