Veicoli - logistica - professione

HomeCentonumeriFlussi in movimento76%, è la percentuale di italiani interessati a consegne più lente se meno inquinanti

76%, è la percentuale di italiani interessati a consegne più lente se meno inquinanti

Ecco un dato che non ti aspetti e che invece fornisce una prospettiva interessante. Sono anni che la logistica si trova davanti alla contraddizione di rincorrere la modernità dell’e-commerce finendo però per soddisfare il «capriccio» di consumatori, che pretendono consegne immediate anche senza ragione. E tale inutile movimentazione fa male alle logiche della supply chain, ma anche all’ambiente. E invece uno studio di Packlink tende a dimostrare che esiste un consumatore virtuoso. E che diventa tale soprattutto quando è giovane...

-

È una delle contraddizioni più lampanti degli ultimi anni: il parallelo incremento, da una parte, delle istanze ambientali e, dall’altra, delle consegne di acquisti effettuati on line. Perché – si sa – che avere un’unica presa di carico della merce e poi una miriade di destinazioni finali di consegna equivale a dover organizzare quella che da tempo viene definita «la logistica del capriccio» (copyright Antonio Malvestio, ex presidente del Freight Leaders Council) per descrivere quella condizione di stress subita a monte da tutta la supply chain per soddisfare a valle quella che non è una reale esigenza. Perché è evidente che ricevere una cover dello smartphone oggi invece che domani o dopodomani non cambia assolutamente nulla per il destinatario della merce. Senza considerare che, alla follia logistica, si sommano le carenze ambientali perché – è inutile girarci intorno – l’e-commerce ha di fatto messo in circolazione un numero di veicoli sempre maggiore per far muovere sempre meno merci (negli ultimi vent’anni il numero di autocarri è cresciuto del 50,6% mentre il volume delle merci è diminuito del 13,5%; qui il commento di Massimo Marciani, attuale presidente FLC, a questo dato) e, di conseguenza, ha fatto crescere le emissioni inquinanti.

La collaborazione lungo l’intera filiera

Come se ne esce? Logisticamente non ci può essere una risposta esaustiva se non si chiama a raccolta l’intera filiera in un’opera di collaborazione (termine assunto letteralmente a imperativo da Damiano Frosi, direttore dell’Osservatorio Contract Logistica del Politecnico di Milano, anche in occasione della presentazione della ricerca a Milano lo scorso 12 novembre) che finisca per contemplare anche i consumatori finali. La cosa, detta così, appare impossibile, perché in genere si è indotti a ritenere che il consumatore sia interessato solo ed esclusivamente al prezzo. E invece non è così.

Lo studio che non ti aspetti

Uno studio condotto da Packlink, piattaforma del settore logistica e intitolato «Alta Stagione 2024: Tendenze dei consumatori», ha quantificato in un 76% la percentuale di italiani che preferirebbe consegne più lente in cambio di una minore impronta ambientale. E la fetta di consumatori motivati cresce in maniera inversamente proporzionale all’età, toccando il 77,4% tra chi appartiene alla GenZ e al 77,3% tra i Millennials. I Boomer ecocompatibili, al contrario, sono il 73,3%. Comunque tanti, ma un po’ meno.

Attenzione, però, prima di puntare l’indice contro i «non più giovani». Perché rispetto a un altro parametro, quello relativo all’opzione di spedizioni a zero emissioni o a imballaggi ecocompatibili, il rapporto tra generazioni si inverte e sono i Boomer ha esprimere nel 45,3% dei casi maggior interesse per tali soluzioni, a fronte di un 34,4% della GenX e del 31,8% dei Millennials. La cosa che non torna è che in realtà i più giovani non appaiono particolarmente preoccupati per le sorti dell’ambiente. O meglio, dicono di esserlo soltanto il 17% di quelli appartenenti alla GenZ, anche se poi nel 60,4% ritengono comunque il tema importante. Come a dire che l’approccio green in menti giovanili diventa più semplice e quasi naturale, senza dover essere necessariamente motivato dall’urgenza di curare il pianeta.

L’importanza dell’origine dei prodotti

Un altro fattore importante per chi muove merci è anche la provenienza del prodotto. Che sia «Made in Italy» o «Made in Europe» è determinante soltanto per il 23,9% degli italiani, con una dominante netta da parte dei Boomer (34,7%), mentre i Millennial si dichiarano poco interessati a questo aspetto (17,7%).

Tutte queste differenze generazionali – spiega Noelia Lazaro, Direttrice Marketing di Packlink  «ci aiutano a identificare priorità ambientali diverse tra i consumatori italiani. Mentre i Boomer tendono a premiare l’origine locale e opzioni di spedizione a basso impatto, le generazioni più giovani sono generalmente favorevoli a scelte sostenibili, ma senza sacrificare del tutto la convenienza».

La materia, quindi, è complessa perché in ballo – aggiunge Lazaro – c’è «la ricerca di un equilibrio tra la consapevolezza ambientale e la richiesta di immediatezza nei consumi. Ciò rappresenta una sfida significativa per le aziende che cercano di soddisfare le richieste di consumatori sempre più esigenti e allo stesso tempo di rispettare i loro valori etici e gli impegni ambientali».

Daniele Di Ubaldo
Daniele Di Ubaldo
Direttore responsabile di Uomini e Trasporti

close-link