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89%: la percentuale di fleet manager italiani che prendono decisioni basandosi sui dati

Anche in Europa l’81% degli intervistati si affida agli approfondimenti analitici per prendere decisioni strategi-che, ma solo il 26% ritiene di disporre di tutti i dati necessari per ottenere indicazioni utili per il business. I principali motivi di utilizzo dei dati sono il miglioramento dell'efficienza (64%), la pianificazione della manuten-zione (43%), la valutazione della sicurezza della flotta (42%) e l’identificazione dei percorsi più efficaci (42%)

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In Italia quasi 9 fleet manager su 10 (89%) si affidano agli approfondimenti analitici per prendere decisioni strategiche. Tuttavia solo il 26% dei gestori flotte europei ritiene di avere abbastanza dati per poter ottenere un reale impatto sul business. I dati appaiono quindi fondamentali per consentire una migliore gestione dei costi, delle prestazioni e della sicurezza, ma devono ancora essere sfruttati appieno per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Sono i risultati dell’indagine «Trusted data insights: what are your vehicles telling you?», condotta a livello europeo da Geotab, azienda impegnata nelle soluzioni per il trasporto connesso.

Lo studio ha interrogato fleet manager in Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito, con l’obiettivo di valutare il livello di maturità delle aziende in termini di utilizzo delle informazioni, identificando anche le potenziali sfide e le aree di miglioramento.

La situazione in Italia

Il campione del nostro Paese, come è scontato, è in netta prevalenza di flotte di piccole dimensioni (57% degli intervistati italiani possiede parchi mezzi da 5 a 49 veicoli).

Il livello di maturità del mercato della telematica in Italia risulta comunque elevato, con l’89% degli intervistati che si affidano, come detto, agli approfondimenti analitici per prendere decisioni strategiche. Tra chi ancora non lo fa, inoltre, ben il 57% è convinto che questo tipo di informazioni sia fondamentale, ma che la mancanza di interoperabilità e di coordinamento dei sistemi aziendali impedisca di sfruttarle appieno (a livello europeo, la percentuale scende invece al 34%). Più di un terzo (37%) avrebbe bisogno di dati più estesi, mentre il 18% ritiene che quelli già utilizzati non siano sufficientemente affidabili.

Oltre 7 su 10 (71%) fleet manager italiani guardano ai dati soprattutto per migliorare l’efficienza, contro una media europea del 64%.

Prima esigenza: l’efficienza

Nel Continente i dati vengono utilizzati principalmente per migliorare le prestazioni, sia per ottimizzare i costi (55%) che per perfezionare la gestione operativa (45%). Allo stesso modo, vengono attentamente monitorate le informazioni relative al consumo di carburante (71%), con picchi del 79% e del 74% in Paesi come il Regno Unito e l’Irlanda.

Nell’adottare strategie per la raccolta dei dati, i fleet manager guardano in particolare ad aspetti quali la gestione in tempo reale (55%), la semplificazione nel raggiungere la conformità normativa (47%), la coerenza tra set di dati e fonti differenti (45%) e la trasparenza dei processi (40%).

La sostenibilità resta un tema in secondo piano

Purtroppo in Europa il miglioramento della sostenibilità non sembra essere in cima all’agenda. Per gli utilizzatori delle soluzioni digitali, i dati sulle emissioni di CO2 sono infatti tra i meno considerati, così come gli aspetti legati alla sostenibilità sono i meno osservati. In particolare solo il 34% dei fleet manager li usa per raggiungere gli obiettivi ambientali. L’utilizzo è tuttavia maggiore tra le flotte più grandi (il 53% delle flotte con 500-4999 veicoli analizza abitualmente i dati sulle emissioni di CO2, contro il 29% del totale).

Questo anche perché la maggior parte dei fleet manager ritiene che gli obiettivi di contenimento delle emissioni della propria organizzazione possano essere raggiunti in tempo (44,5%) o addirittura prima della data prefissata (31%). La ricerca evidenzia quindi come per le aziende sia ancora necessario dare la giusta importanza alla sostenibilità, integrando maggiormente il monitoraggio delle emissioni di CO2 nei sistemi di gestione delle flotte.

Il ruolo centrale dell’Intelligenza Artificiale nell’innovazione

Alle aziende appare poi scontato che strumenti più avanzati (49%), un accesso più rapido ai dati (47%) e una reportistica semplificata (46%) consentirebbero ai gestori delle flotte di sfruttare meglio i suggerimenti basati sui database.

E l’Intelligenza Artificiale? Sicuramente è apprezzata, ma non viene del tutto compresa. Il 51% degli intervistati ritiene che l’IA migliorerà la capacità di accedere alle info in modo semplice e rapido per ottenere indicazioni utili (in Italia la percentuale sale addirittura al 60%). Allo stesso tempo, però, il 40% del campione ritiene che aggiungerà anche livelli di complessità non facilmente gestibili. Le aziende più grandi sembrano in genere essere più ottimiste nei confronti dell’IA, visto che la percentuale di chi ritiene che semplificherà l’accesso ai dati sale al 64% per le flotte tra 500 e 4999 veicoli.

È inoltre interessante notare che i livelli di fiducia nei confronti dell’AI variano a seconda dell’area geografica. Maggiore fiducia è stata espressa in Francia (64%), Italia (60%) e Paesi Bassi (59%), mentre gli intervistati di Regno Unito (32%) e Irlanda (43%) sono più scettici. Spagna (52%) e Germania (51%) si collocano nel mezzo.

Il potenziale dell’Intelligenza Artificiale per fornire informazioni preziose basate sui dati può comunque essere significativo, poiché può migliorare la facilità d’uso delle soluzioni di telematica, consentendo di ottimizzare il processo decisionale e perfezionare i risultati.

Altra priorità fondamentale: la sicurezza

Infine il 42% degli intervistati sfrutta i dati relativi alle flotte per valutare la sicurezza. La percentuale aumenta per le flotte di medie (50-499 veicoli) e grandi dimensioni (500-4999 veicoli) che li impiegano maggiormente per motivi di sicurezza con una media rispettivamente del 51% e del 47%.

Lo studio rileva poi differenze nelle priorità delle aziende basate nei differenti Paesi: l’Italia (51%) e i Paesi Bassi (47%) si concentrano sulla sicurezza della flotta, mentre Regno Unito (57%) e Francia (48%) sulla manutenzione.

In più, il 43% dei fleet manager utilizza i dati telematici anche per monitorare il comportamento dei conducenti, con alcune variazioni tra i Paesi: Germania (54%), Spagna (47%), Paesi Bassi (44%), Italia (42%), Regno Unito (40%), Irlanda (36%).

Se però da un lato gli approfondimenti analitici si rivelano utili per affrontare le problematiche legate alla sicurezza, dall’altro è necessario considerare anche alcuni aspetti legati alla privacy e alla protezione dei dati, tanto che il 49% degli intervistati ritiene che, su questo fronte, il settore debba ancora risolvere la questione.

Conclusioni

Nel complesso, la ricerca mostra che gli insight basati sui dati possono concretamente migliorare la gestione dei costi, le prestazioni e la sicurezza delle flotte. Sebbene l’adozione di soluzioni di telematica sia in aumento, permangono sfide relative all’accesso ai dati, nonché un approccio cauto all’AI e la necessità di sfruttare maggiormente questo tipo di informazioni per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.

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