Un dubbio, in questi giorni, attraversa la mente di tanti imprenditori, compresi quelli attivi nell’autotrasporto e compreso il nostro lettore: è opportuno o meno aderire al Concordato Preventivo Biennale? L’adesione, infatti, è ancora possibile, ma a questo punto bisogna fare in fretta. C’è tempo fino al 31 ottobre (un’opportunità concessa dall’articolo 4-quater del decreto Omnibus (DL 113/2024) e in ballo c’è una partita che potrebbe essere interessante, perché l’adesione si porta dietro un condono fiscale che interessa ben cinque anni, dal 2018 al 2022. Tanto tempo indietro su cui poggiare una definitiva pietra, ma poco tempo davanti per poter prendere una decisione. Ma a fronte di che cosa viene concesso questo beneficio eccezionale? Andiamolo a scoprire.
Chi può beneficiare del condono?
Possono accedere al condono, imprenditori e professionisti che aderiscono al Concordato Preventivo Biennale entro il 31 ottobre.
«Concordato+Condono»: in cosa consiste il doppio premio?
Degli aspetti premiali del Concordato abbiamo già detto.
Adesso, per rendere ancora più appetibile la misura si concede la possibilità di dichiarare i redditi omessi negli anni 2018-2022 in cambio del pagamento di un’imposta sostitutiva resa molto più leggera. In questo modo, chi aderisce ha l’opportunità di scongiurare futuri controlli fiscali e le possibili conseguenti sanzioni.
In che modo è possibile aderire?
Di fatto bisogna andare a cercare nel proprio cassetto fiscale relativo alla partita iva. Perché lì, insieme alla Scheda di sintesi con cui si riepilogano i benefici derivanti dall’adesione al Concordato, si potranno trovare insieme agli elementi di sintesi relativi all’attività economica esercitata anche una tabella con tutte le informazioni utili per aderire al condono fiscale. Vale a dire come calcolare il maggior reddito da dichiarare al Fisco.
E quindi quanto si paga per il condono?
Il costo del condono è pari al 10%, 12% o 15% del maggior reddito calcolato. Ma per arrivare a calcolarlo bisogna fare un passo indietro. La determinazione del maggior reddito avviene sulla base del punteggio ISA (Indici sintetici di affidabilità fiscale) raggiunto in ogni anno. L’ISA è uno strumento di natura informatica che, tramite una valutazione di vari dati e informazioni estratte dalla dichiarazione dei redditi e da altre fonti, assegna un voto all’affidabilità fiscale dei contribuenti. Un punteggio ISA alto indica una maggiore probabilità che la gestione aziendale sia condotta in modo regolare e trasparente. Di conseguenza, maggiore è il voto assegnato tramite l’ISA e minore sarà il maggior reddito da dichiarare:
• 5% per un punteggio ISA pari a 10;
• 10% per chi ha un ISA tra 8 e 10;
• 20% per punteggi tra 6 e 8;
• 30% per chi ha un punteggio ISA tra 4 e 6;
• 40% per punteggi tra 3 e 4;
• 50% per i contribuenti con un punteggio ISA inferiore a 3.
Individuato il reddito si può andare a calcolare l’imposta da versare. Che sarà:
- del 10% se nel periodo d’imposta il livello di affidabilità è pari o superiore a 8;
- del 12%, se il livello di affidabilità fiscale è pari o superiore a 6 ma inferiore a 8;
- del 15%, se il livello di affidabilità fiscale è inferiore a 6.
Ai fini IRAP l’aliquota è pari al 3,9%.
Ma come sono considerati gli anni 2020 e 2021, visto che sono stati interessati dalle ristrettezze pandemiche?
Per questi anni le imposte sostitutive sono diminuite del 30%.
Qual è l’importo minimo da pagare?
L’importo minimo per sanare ogni anno è di 1.000 euro. Anche se il calcolo fosse inferiore, si dovrebbe comunque pagare almeno questa cifra.
Come e quando si paga?
Si può pagare in un’unica soluzione entro il 31 marzo 2025, o rateizzare fino a 24 mesi. In questo caso si applicano gli interessi calcolati al tasso legale decorrente dal 31 marzo 2025.
E per l’accesso al Concordato, invece, rimane tutto uguale?
Certamente. E tutta procedura, già sintetizzata nel precedente articolo già ricordato, si può anche consultare direttamente in questo sito ministeriale.