Ispettorato che vai, interpretazione che trovi. È il caso della nuova patente a crediti, ovvero il meccanismo introdotto dopo l’incidente dello scorso febbraio in un mega-cantiere fiorentino con lo scopo di innalzare i requisiti delle aziende edili in termini di sicurezza sul lavoro. In vigore dal 1° ottobre, la normativa porterebbe a interpretazioni multiple nei confronti degli autotrasportatori che lavorano con l’edilizia. Con ispettorati del lavoro che a livello territoriale avanzano ipotesi di inclusione delle aziende che effettuano servizi utilizzando benne, forche e pinze per trasportare e scaricare materiali pesanti e ingombranti. Un contesto poco chiaro e soggetto a differenti visioni della normativa che sta mettendo in agitazione le non poche aziende di autotrasporto in conto terzi che interagiscono con l’edilizia. Tanto che la Fita-Cna ha indirizzato al Direttore generale dell’Ispettorato del Lavoro, Paolo Pennisi, un interpello (che Uomini e Trasporti ha potuto leggere) per chiedere maggiore chiarezza e un’interpretazione univoca a livello nazionale. “Crediamo fermamente – spiega Mauro Concezzi, Responsabile nazionale della Fita-Cna – che l’autotrasporto in conto terzi sia escluso da questa normativa a prescindere dalla strumentazione installata sui mezzi, ma chiediamo un chiarimento per una corretta e omogenea applicazione della norma a livello nazionale”.
Le interpretazioni della normativa
D’altra parte, la norma parla chiaro. L’articolo 27 del decreto legislativo 81/2008 (sicurezza sul lavoro), riformulato all’inizio dell’anno, introduce il meccanismo della patente a crediti (30 crediti iniziali che vengono scalati in base a una serie di criteri legati a carenze dal punto di vista della sicurezza nei cantieri) per “imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili di cui all’articolo 89, comma 1, lettera a), ad esclusione di coloro che effettuano mere forniture o prestazioni di natura intellettuale”. Quindi, sembrerebbe chiaro che la novità non interessi i fornitori delle aziende edili, quindi in questo caso i trasportatori in conto terzi. Ma stando ad alcuni ispettorati regionali la norma andrebbe interpretata in modo estensivo, ovvero verificando quale tipo di trasporto e di scarico sia effettuato nel cantiere. Per esempio, il caso del calcestruzzo. Se l’impresa di trasporto di calcestruzzo con betoniera si limita a scaricare il materiale (ad esempio nei silos appositamente predisposti), si tratta di mera fornitura – si legge in uno dei pareri rilasciati a livello territoriale – Qualora, invece, il calcestruzzo venga posato in opera, ovvero scaricato dall’operatore dell’autobetoniera direttamente nelle aree da realizzare in cemento, si tratta di lavoro edile soggetto alla richiesta della patente a crediti”. Insomma, un punto di vista che cambia a seconda della prospettiva da cui si guarda.
I controlli e la normativa già prevista per l’autotrasporto
Per questo la Fita-Cna ha chiesto spiegazioni all’Ispettorato centrale, inviando anche una serie di indicazioni che riguardano la specificità di questa professione. “I mezzi utilizzati – si legge nell’interpello – sono funzionali, non all’esecuzione dell’opera, bensì al carico e allo scarico sicuro dei prodotti e dei materiali”. Insomma, in primis, l’autotrasporto in conto terzi nell’ambito di un cantiere rimane in sostanza un fornitore e non un esecutore, ma se ciò non dovesse essere sufficiente, si potrebbe ricorrere alla normativa ad hoc del settore che già tutelerebbe – stando a quanto scrive Fita-Cna – la sicurezza dei lavoratori e la correttezza delle aziende. Infatti, l’interpello ricorda che esiste una normativa che impone dei “requisiti specifici (capacità professionale, idoneità finanziaria, onorabilità e stabilimento) per garantire che i trasportatori operino in modo responsabile e professionale, contribuendo alla sicurezza e all’efficienza del settore dei trasporti su strada”. Inoltre, i conducenti sono in possesso di una patente specifica, ovvero la CQC che “attesta che il condecente ha ricevuto una formazione specifica in materia di sicurezza, igiene e norme di circolazione”. Infine, si ricorda l’attività dell’Albo degli autotrasportatori che, in collaborazione con Inps, Inail e CCIAA, “effettua verifiche periodiche sulle imprese di autotrasporto”. In altre parole, secondo Fita-Cna, “gli obiettivi che si intendono conseguire con l’introduzione della “Patente a crediti”, sono pertanto da tempo ampiamente previsti dalla specifica normativa che regolamenta l’autotrasporto di merci per conto di terzi”. Ora però si faccia chiarezza anche a livello territoriale.