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Il governo valuta l’aumento delle accise sul gasolio. L’autotrasporto pronto a dare battaglia

Addio alle accise «agevolate» per il gasolio, rendendole di fatto equiparabili a quelle della benzina (oggi più alte). È quanto il governo starebbe pensando di fare attraverso una proposta contenuta nel nuovo PSB (Piano strutturale di bilancio a medio termine). Una manovra che porterebbe nella casse dello stato circa 3,4 miliardi di euro l’anno ma che penalizzerebbe in maniera significativa le imprese di autotrasporto, per le quali – come è noto - il costo del gasolio ha un’incidenza preponderante. E intanto le associazioni non ci stanno. Per Assotir si prospetta una stangata da oltre 350 milioni di euro

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Il prezzo del gasolio potrebbe aumentare. Stando infatti a quanto si legge nel nuovo PBS, ovvero il Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029, il Governo starebbe valutando di «utilizzare il riordino delle spese fiscali in determinati ambiti di tassazione, come l’allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina». Tradotto dal politichese ciò significa che il gasolio, che storicamente gode di un trattamento fiscale «di favore» rispetto alla benzina in termini di minori accise (questo perché il diesel è il carburante più utilizzato a livello professionale, soprattutto per ciò che riguarda il trasporto merci), potrebbe perdere lo sconto fiscale attualmente in vigore per essere tassato alla stessa stregua della benzina (oggi più alta). L’aumento delle tasse porterebbe, di conseguenza, a un’impennata dei prezzi del diesel, con maggiori costi per chi ha un mezzo di trasporto alimentato con questo carburante.

Nel dettaglio, secondo i calcoli di Assoutenti, questo allineamento delle accise si tradurrebbe in un aumento di cinque euro in media al pieno, per un importo complessivo di 3,4 miliardi l’anno che così andrebbe a rimpinguare il gettito fiscale per lo Stato.

Al momento, tuttavia, è bene precisare che nulla è stato ancora deciso in via ufficiale. Ma è bastato il tam tam mediatico esploso in questi giorni – alimentato anche dalla conferma della notizia che Matteo Renzi ha rilasciato a La7 – a generare una catena di reazioni di senso contrario rispetto alla proposta del Governo.

Secondo Assotir, l’aumento delle accise sul gasolio per l’autotrasporto si tradurrebbe in una stangata da oltre 350 milioni di euro. Per il Segretario Generale Claudio Donati «sarebbe un salasso ingiustificato, del tutto iniquo», sottolineando l’urgenza di «riprendere il confronto con il Ministro Salvini, sia in quanto Ministro dei Trasporti, sia in quanto Vicepremier», mentre per Anna Vita Manigrasso, Presidente Nazionale di Assotir, «questa ipotesi conferma che l’autotrasporto viene considerato come un settore da spremere ogni volta che se ne presenta l’esigenza».

Anche Confartigianto Trasporti si dichiara contraria all’aumento delle accise sul gasolio, chiarendo in una nota che «l’Italia è al primo posto tra i 27 Paesi dell’Unione europea per livello delle accise applicate sul gasolio (0,62 centesimi al litro). Pertanto, considerata la significativa incidenza del costo del gasolio per le imprese di autotrasporto (di cui le pmi costituiscono il 90% del totale iscritti all’Albo Autotrasporto), sottolineaniamo la necessità di evitare qualsiasi intervento che possa avere effetti negativi per un comparto strategico per l’economia nazionale, che assicura la mobilità delle merci da e verso il Paese».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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