Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneLeggi e politicaIn Italia ci sono 53 mila veicoli stranieri: perché è un problema e come si cerca di contenerlo

In Italia ci sono 53 mila veicoli stranieri: perché è un problema e come si cerca di contenerlo

Dal 2018 esiste una normativa che prevede precisi paletti per frenare i tentativi di usare l'immatricolazione estera dei veicoli per non pagare il bollo, contenere i premi assicurativi, ritardare la comunicazione delle multe. Eppure il fenomeno dilaga. Con una circolare dello scorso 11 settembre il ministero dell’Interno consiglia precisi controlli. Ecco quali

-

In Italia ci sono tanti veicoli stranieri. A renderli troppi in qualche caso sono le intenzioni di chi li gestisce, interessato evidentemente a eludere il pagamento delle tasse di proprietà, a trarre vantaggi sui premi assicurativi o ad allungare oltre modo i tempi di contestazione di eventuali sanzioni. Per la precisione oggi i veicoli stranieri presenti negli appositi registri sono 53 mila, ma la stragrande maggioranza – circa 35 milasono presenti a Napoli e sono stati immatricolati in Bulgaria e in Polonia.

I paletti normativi

In realtà il fenomeno non è nuovo. È soltanto cresciuto nel tempo a dispetto delle normative. Perché già sei anni la legge 1° dicembre 2018, n.132 in seguito rivista dall’art.93 bis del codice della strada ha previsto che:

–                è vietata la circolazione di veicoli esteri di proprietà di persone residenti in Italia da più di tre mesi e quindi ne impone in tal caso l’immatricolazione nel nostro Paese;

–                consente la circolazione di veicoli esteri nella disponibilità di soggetti residenti in Itali diversi dai proprietari soltanto se dispongono di un documento, avente data certa, sottoscritto dall’intestatario da cui si possa evincere il titolo e la durata della disponibilità a terzi;

–                impone la registrazione al REVE (Registro Veicoli Esteri), tenuto dal PRA e gestito da ACI, di tali veicoli laddove la disponibilità riferita alla stessa persona superi i 30 giorni nell’arco dell’anno solare;

–                equipara il veicolo registrato al REVE ai veicoli immatricolati in Italia e quindi gli impone gli obblighi di revisione e di pagamento della tassa automobilistica. 

Il momento in cui conviene effettuare i controlli

Ma questi paletti hanno fatto ordine, ma non di certo – come si diceva – risolto il problema. Lo si evince chiaramente da una Circolare del ministero dell’Interno datata 11 settembre 2024 con cui si invitano gli organi deputati – polizia stradale e questure – a innalzare la soglia dei controlli per prevenire situazioni di esterovestizione. Il problema descritto riguarda in particolare la reimmatricolazione di veicoli in altri Paesi UE, senza chiedere la radiazione dai nostri registri, in modo da creare così una «doppia cittadinanza» che non è contemplata dalle normative ed è quindi assolutamente illecita. Ecco perché il controllo a cui si invitano polizia stradale e questure riguarda proprio il momento in cui viene richiesta la registrazione al REVE di veicoli già immatricolati in Italia. 

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link