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HomeRivista 2024398 ago / set 202410 domande a… Vincenzo Viola

10 domande a… Vincenzo Viola

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CARTA DI IDENTITÀ

Nome e CognomeVincenzo Viola
SoprannomeIl Corvo
Età34
Stato civileConiugato
Punto di partenzaRagusa
Anzianità di Servizio8 anni
Settore di attivitàTrasporti alimentari
  • Cosa ti ha spinto a fare questo mestiere?

In primis la passione. Ho sempre amato il mondo dei camion e poi mi piace viaggiare, stare in continuo movimento, lavorare da solo. Un altro elemento che mi ha spinto è il senso di utilità sociale che offre questo lavoro. Sentirmi utile per le persone, trasportando beni di prima necessità, è per me una fonte di grande soddisfazione.

  • Di cosa ti occupi in particolare?

Sono un autista dipendente di un’azienda che trasporta prodotti alimentari dalla Sicilia verso l’Italia continentale e l’Europa. Trasportiamo tutto ciò che offre questa bellissima terra: uva, pomodoro, arance, zucchine, melanzane, ecc. E nei viaggi di ritorno scendiamo carichi, sempre con prodotti alimentari.

  • Come organizzi i tuoi viaggi?

Solitamente parto da Ragusa per arrivare al porto di Messina. Qui imbarco il camion sulla nave in direzione Salerno e da lì, una volta sbarcato, riprendo il viaggio via strada per dirigermi verso i mercati del nord Italia oppure, dopo aver fatto ovviamente una pausa, all’estero (soprattutto Francia e Germania).

  • Quindi hai un’anima «intermodale»…

Esatto. La nostra azienda non pratica il tutto-strada e ha scelto l’intermodalità. È sicuramente una modalità di trasporto interessante per chi vuole migliorare la propria efficienza e competitività.

  • Ponte sullo Stretto: è utile o no all’autotrasporto?

Il Ponte sarebbe utile solo nel momento in cui si vanno a creare, nelle immediate vicinanze, delle strutture adeguate alla sosta dei camionisti. Parlo di nuove piazzole, parcheggi, aree attrezzate
per dormire di notte. E altrettanto utile sarebbe migliorare le strade locali..

  • Parliamo di attese al carico: com’è la situazione in Sicilia?

Qualcosa sta cambiando in positivo con l’avvento degli slot di prenotazione. Tuttavia, persistono alcune criticità. Ci sono giornate, infatti, dove c’è una grande concentrazione di prenotazioni e alla fine ti ritrovi comunque ad aspettare. In estate poi, con il caldo, è ancora più stressante. La vera differenza la fa l’organizzazione delle piattaforme logistiche: c’è bisogno di avere più ribalte, con più metri quadrati e personale di magazzino in più. E magari allargare le finestre orarie di carico/scarico.

  • E all’estero?

Funziona diversamente. In Germania, ad esempio, le attese non sono un problema proprio perché in media ci sono molte più ribalte.

  • Una cosa che cambieresti del tuo settore?

Vorrei che fossero riconosciute in busta paga anche le ore di impegno. Perché tra tempi di guida e di riposo io totalizzo circa 15 ore al giorno, ma mi vengono riconosciute solo quelle 8-9 ore di guida. E il resto delle ore? Tra l’altro, quando sono fermo, sono anche responsabile della sorveglianza del veicolo e della merce che trasporto. Questo è un aspetto che non viene rimarcato abbastanza. In sostanza, noi autisti siamo controllati (giustamente) per le ore di guida che dobbiamo rispettare, ma non su quanto dovremmo essere effettivamente retribuiti.

  • Cosa fai nel tempo libero?

Stando spesso fuori per via del lavoro, è difficile coltivare hobby o interessi. Cerco di trascorrere il più tempo possibile con la famiglia, in particolare con le tre donne della mia vita: mia figlia, mia moglie, mia mamma.

  • Come mai quel soprannome?

Mi chiamavano così da ragazzino, perché avevo una moto con un corvo disegnato e poi perché mi vestivo sempre di nero.

Per leggere altre interviste ai protagonisti della strada, vai a «Voci on the road».

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