A rischio la competitività di un settore come quello della logistica e del trasporto che vale circa il 10% del pil nazionale. Tra gli ostacoli, l’iper-tassazione derivante dalle normative europee in materia di sostenibilità che incrinerebbe la competitività del sistema paese. E’ questo il messaggio lanciato da Alis, l’associazione che riunisce 2300 soci con 87 miliardi di euro di fatturato, durante il consueto appuntamento estivo condotto da Bruno Vespa nella Masseria Li Reni, in Puglia.
“Il grande lavoro svolto dai nostri associati nel trasporto sostenibile – ha detto il presidente Guido Grimaldi – rischia di essere fortemente compromesso da alcune scelte compiute dall’Europa e, in particolare, dalle normative ETS e Fuel EU Maritime che dall’inizio del 2024 stanno tassando e tasseranno il settore marittimo a danno di cittadini e imprese”.
L’impatto economica dell’ETS e del Fuel Eu Maritime
Secondo le stime di Alis, l’ETS avrà un impatto economico sul naviglio a livello europeo pari a oltre 3 miliardi di euro nel 2024 ed oltre 7 miliardi di euro a partire dal 2026 (quando l’applicazione sarà al 100%), mentre il Fuel Eu Maritime, che richiede l’utilizzo di bio-carburanti non ancora disponibili e penalizzerà ancor di più il settore marittimo ed in particolare le navi Ro-Ro e Ro-Pax impiegate nei servizi di Autostrade del Mare e di cabotaggio insulare, avrà un impatto economico a livello europeo pari ad oltre 1,5 miliardi di euro dal 2025 (quinquennio 2025-2030) e pari ad oltre 65 miliardi di euro al 2050, in quanto saranno necessari gli e-fuels da energie totalmente rinnovabili.
Incentivi all’intermodalità marittima
“Riteniamo quindi fondamentale – ha detto Grimaldi – porre la dovuta attenzione sul futuro utilizzo delle risorse finanziarie derivanti dall’ETS affinché siano destinate interamente al trasporto marittimo, ed in particolare alle Autostrade del Mare, attraverso incentivi virtuosi da almeno 100 milioni di euro annui per l’intermodalità marittima, aumentando quindi la dotazione del Sea Modal Shift, specialmente ora che tale settore è fortemente penalizzato nonché maggiori investimenti in formazione, ricerca e sviluppo per creare le nuove competenze richieste dal settore ed incentivare la transizione energetica e la produzione dei carburanti green da utilizzare nel settore”.
