È trascorso poco più di un mese da quando emersero le complicate relazioni interne a BRT tra società e fornitori esterni. Alcuni di questi fornitori, qualche centinaio di piccole e piccolissime aziende da anni al servizio del corriere, hanno trovato tutela all’interno di Assotir. Così, dopo un qualche contrasto iniziale, si è creato un tavolo attorno al quale si è seduta anche Unatras, per cercare di trovare una composizione. Lo scorso fine settimana, però, è arrivato l’annuncio di Assotir di voler abbandonare la trattativa, in quanto mancano le «condizioni minime per proseguire il confronto con il corriere controparte, stante la chiara volontà del Gruppo imprenditoriale di espellere i fornitori “storici”, compresi quelli tuttora contrattualizzati e operativi con il medesimo corriere». Senza considerare che non poche aziende, soprattutto del Nord e anche sarde – ricorda l’associazione – hanno già concluso il rapporto con BRT nei mesi scorsi tramite l’invio di una disdetta, divenuta operativa in trenta giorni.
Ma l’aspetto che agli occhi del segretario generale di Assotir, Claudio Donati, è apparso esemplare dell’atteggiamento restio della controparte contrattuale è stato il «veto posto da BRT alla possibilità, per i fornitori in attività, di organizzarsi in consorzi o analoghe forme associative, con argomentazioni più che discutibili». E questo attegiamento – ha commentato Donati – «rappresenta un punto dirimente sulla mancanza di una vera volontà negoziale».
Ora cosa succede? Il segretario di Assotir è deciso a proseguire per la sua strada e a questo punto con «piena autonomia». La prossima settimana – il 25 giugno – saranno comunicate alla stampa in modo articolato le ragioni della rottura della trattativa, ma fin d’ora Donati puntualizza che Assotir «sottoscrive intese solo se si rivelano utili per i nostri associati». E quelle che evidentemente si profilavano al tavolo non erano giudicate tali.