Continuano a calare i costi medi del trasporto su strada delle merci sulle tratte internazionali. Il ribasso più importante per il groupage e per i prodotti importati (per il secondo anno consecutivo), mentre reggono i costi dell’import e del carico completo. Tra i collegamenti più critici quelli con l’Austria, la Germania, la Francia e l’Est Europa. È quanto emerge dall’indagine della Banca d’Italia sul trasporto internazionale di merci relativa al 2023 secondo la quale l’incidenza dei costi di trasporto sul valore delle merci esportate e importate dall’Italia sarebbe diminuita, rispettivamente al 2,5 e 3,7, attestandosi ai valori più bassi dall’inizio del millennio (nel 2022 era di 3,1 per export e 4,2 per import).
I ribassi sulla strada
Sono diminuiti di circa il 7% i costi medi stradali per tonnellata dei flussi stradali commerciali in entrata e in uscita dall’Italia, seppure rimangano elevati nel confronto storico che vede un andamento per lo più stabile fino al 2019, una flessione a metà del 2020 e poi un’impennata tra la fine del 2020 e il 2022, quando comincia la discesa. Il calo, che sulla strada quindi resta contenuto rispetto alle altre modalità, si deve alla debolezza della domanda e al ribasso dei costi dei carburanti e riguarda in particolare i carichi parziali, ovvero il groupage che registra una flessione complessiva dell’8,6% in quasi tutte le aree geografiche. In calo anche le quotazioni delle importazioni, che scendono del 7,4%. In termini assoluti una tonnellata di merce viene pagata 135,3 euro in import e 139,6 euro in export, ma i prezzi variano a seconda delle zone. Il picco sia per l’import che export si ha nelle direttrici verso la Russia e i Paesi Baltici a causa della guerra in Ucraina, mentre i costi crollano nei collegamenti con l’Austria, la Svizzera e l’Est Europa (Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia). Regge il carico completo che registra una flessione media dell’1,9% con un costo euro/veicolo pari a 1.834,7 euro. Anche qui i costi raddoppiano verso la Russia o nei collegamenti con il Regno Unito, mentre sono inferiori nei collegamenti con l’Austria, l’Est Europa e la Francia.
Crescono i costi del ferroviario, in ribasso il cargo aereo e i noli navali
Rimangono invariati i costi medi a tonnellata del trasporto ferroviario nell’esportazione, ma crescono per le importazioni, con un rincaro dei noli per i flussi in entrata in particolare nelle tratte con l’Europa orientale, i Balcani e la Russia. In forte calo i noli del cargo aereo e quelli navali. Il trasporto areo delle merci ha registrato una riduzione marcata, di circa il 30 per cento che li ha riportati su livelli prossimi a quelli precedenti la pandemia, soprattutto per le esportazioni. I noli navali rilevati nell’indagine, in dollari per TEU e al netto dei servizi ausiliari, hanno registrato nel 2023 una riduzione, iniziata metà del 2022, superiore al 30 per cento sia per le esportazioni che per le importazioni.