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Non è un Paese per treni: in Italia solo il 12% delle merci viaggia su ferro

La quota modale del treno è ancora troppo bassa rispetto a quella della gomma: 12% contro 84%. E anche in Europa il gap è significativo (17% contro 80%). È chiaro che se si intende raggiungere la soglia del 50% entro il 2030, come impone l'Unione Europa, bisogna cominciare a correre. Gli operatori: «Per innovare il settore servono 13 miliardi»

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Il trasporto ferroviario delle merci in Italia ha un disperato bisogno di crescere. La sua quota modale, infatti, è ancora troppo bassa rispetto a quella della gomma: 12% contro 84%. E anche in Europa il gap tra le due modalità di trasporto si aggira su distanze percentualmente simili, anche se la quota del ferro è sensibilmente superiore (17% contro 80%). Numeri che, comunque, sono ancora lontani dagli obiettivi che l’Europa stessa si è prefissata: 50% di quota modale ferroviaria da raggiungere entro il 2030.

È il grido di allarme lanciato da Uip (Unione Internazionale dei detentori di carri merci) e Assoferr (Associazione degli operatori ferroviari e intermodali), in un convegno che si è tenuto a Venezia lo scorso 30 maggio, dove si sono confrontati i player più influenti del settore.

Per l’Uip servono 13 miliardi

Dal convegno è emersa la richiesta di investimenti in grado di rilanciare il trasporto merci su ferro: la stima di Uip è di 13 miliardi di euro per raggiungere i target fissati. E un grande spinta in questo senso potrebbe arrivare dalla tecnologia DAC (un’innovativa strumentazione in grado di agganciare e sganciare il materiale rotabile in un treno in modo automatico; ne abbiamo parlato qui), che porterebbe a un aumento del 30% dei volumi.

E proprio sul DAC, nel corso del convegno, Pier Luigi Navone dell’agenzia Ansfisa ha annunciato l’avvio della sperimentazione in Italia di questo nuovo sistema, con i primi test che riguarderanno complessivamente 6 treni con più di 120 carri. La sperimentazione proseguirà in tutta Europa e riguarderà, tra il 2026 e il 2027, 100 treni in pre-esercizio, con 2.000 vagoni.

Tra le imprese, il Polo Logistica del gruppo Fs ha messo a terra un piano di investimenti di 3 mld di euro di cui l’80% è destinato proprio all’innovazione dei locomotori di ultima generazione e dei carri. Mentre per quanto riguarda le infrastrutture, Gianpiero Strisciuglio, AD di Rfi del gruppo FS, ha sottolineato come al 2032 l’Italia sarà il primo Paese a far viaggiare sui 5.500 km di ferrovie che fanno parte delle reti Ten-T europee treni di 750 metri con sagome con il massimo peso consentito. Un piano che mira ad aumentare la capacità del trasporto merci ed a specializzare le infrastrutture.

Anche Fermerci chiede interventi a sostegno del comparto

In tema di infrastrutture, anche l’Associazione Fermerci ha fatto sentire la sua voce, nell’ambito del webinar «Quale futuro per il trasporto ferroviario merci italiano ed europeo?» che si è tenuto lo scorso 31 maggio.

L’associazione ha sottolineato come nel 2023 il trasporto merci su ferro abbia registrato una perdita del 3,2% rispetto all’anno precedente a causa delle «tensioni geopolitiche e di altre contingenze impreviste». E che le prospettive restano «preoccupanti fino al 2026 a causa delle interruzioni ferroviarie che stanno determinando una transizione infrastrutturale del settore, necessaria per consentire l’attuazione dei lavori del PNRR sull’infrastruttura ferroviaria, ma con una riduzione fino al 60% della capacità ferroviaria del trasporto merci». Se non adeguatamente gestita, questa situazione, secondo l’Associazione, «rischia di compromettere ulteriormente la competitività del trasporto ferroviario merci italiano, già fanalino di coda rispetto agli altri Paesi europei, per quanto l’Italia detenga la quarta rete ferroviaria più estesa d’Europa».

È per questo motivo che Giuseppe Rizzi, Direttore Generale dell’Associazione, ha chiesto alle Istituzioni «interventi a sostegno del comparto fino al termine della transizione infrastrutturale in corso, al pari di quanto avviene negli altri Stati europei».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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