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Porto di Genova, gli autotrasportatori applicano un sovrapprezzo sui container per pagare le code

La «congestion fee» di 120-180 euro, che sarà in vigore dal 3 giugno, è stata decisa per affrontare gli extracosti – stimati in oltre un milione di euro – dovuti alla congestione dell’infrastruttura portuale ligure e alle lunghe code di attesa

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Terminal superaffollati e attese estenuanti per il carico e scarico dei container, che generano extracosti valutati in oltre un milione di euro. Sono le motivazioni con cui le otto sigle dell’autotrasporto Trasportounito, Aliai, Anita, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai, Fiap e Lega Cooperative hanno chiesto l’applicazione di una “congestion fee” (tassa sul congestionamento) sulle merci movimentate nel porto di Genova. La tassa, che verrà applicata dal prossimo 3 giugno, è un supplemento (tra i 120 e i 180 euro, a seconda che la tratta percorsa sia lunga e quindi con meno perdite oppure breve) che servirà appunto a compensare il costo delle attese ai gate. Una scelta che tiene anche in considerazione il possibile aumento dell’intasamento del porto ligure nel prossimo futuro con l’apertura programmata dei cantieri per le nuove infrastrutture stradali e ferroviarie.

In una nota diffusa ieri da Trasportounito, si legge che «l’intera filiera della merce (terminal, spedizionieri, società di logistica, autostrade e caricatori) si dovrà far carico degli extracosti che gravano solo sull’autotrasporto oppure sarà quest’ultimo a reagire con forza e imporre la misurazione dei costi eccedenti per consentirne la copertura».

In pratica «dal 3 giugno per ogni trasporto di merce effettuato sulle tratte le cui origini/destinazioni comprendano il bacino portuale di Genova si applicheranno alle imprese committenti dei trasporti e per ogni livello di subvezione un sovrapprezzo che verrà evidenziato in fattura con la voce: Congestion Fee carico e/o scarico porto di Genova».

La cifra stimata di un milione di euro deriva, come ha precisato Giuseppe Tagnochetti di Trasportounito, dal fatto che «ogni giorno nel porto di Genova operano circa 4.000 veicoli con spese di 250-300 euro a camion. Inoltre, nelle ultime settimane la situazione è ulteriormente peggiorata, con problemi ai terminal Sech e Psa di Pra, alla calata Bettolo e al sistema telematico del porto, gestito da Roma, che si è bloccato».

«La quotidiana congestione del porto di Genova – denuncia ancora il documento – generata da terminal ingiustificatamente inadeguati a livello strutturale nel servire il traffico camionistico, le lunghe attese al carico e scarico nelle aree buffer dei terminal, i black out del sistema informatico portuale e dei processi documentali e autorizzativi hanno provocato e stanno generando da molte settimane enormi perdite di produttività ed extra costi insostenibili per le già limitate capacità di marginazione economica delle nostre imprese di autotrasporto».

Una misura simile a quella richiesta ora dall’autotrasporto genovese era stata portata avanti anche dai colleghi del porto di Savonaun anno e mezzo fa, ma era durata solo un mese grazie all’intervento a tutela delle aziende dell’Autorità di sistema portuale.

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Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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