Renault ha da sempre avuto un ruolo da precursore nel settore dei veicoli commerciali elettrici, sin dal principio con il lancio nel 2010 del Kangoo Full Electric, il piccolo furgone elettrico della Casa francese di cui sono state vendute oltre 90.000 unità.
In circa quindici anni, i furgoni «alla spina» della Losanga ne hanno fatto di strada, con i lanci di Zoe Van e del Trafic in versione elettrica pensati per rendere sempre più green la logistica nelle città e il cosiddetto ultimo miglio, fino ad arrivare ad oggi con il nuovo Master E-Tech Electric, recentemente presentato in anteprima europea al Solutrans e poi in anteprima italiana al Transpotec Logitec di Milano. Veicolo che abbiamo avuto il piacere di provare lo scorso 24 maggio a Bordeaux, in Francia, in occasione di un test drive dedicato alla stampa internazionale. E che ora vi presentiamo.
Design da «Aerovan»
Partiamo dall’elemento estetico, che cattura subito l’attenzione per le forme molto aerodinamiche. Il cofano compatto, il tetto spiovente e le linee posteriori affusolate, oltre agli specchietti retrovisori esterni ottimizzati e alle guide d’aria nei paraurti, conferiscono infatti al veicolo un design particolarmente avanzato dal punto di vista aerodinamico, con un SCx (coefficiente di resistenza aerodinamica) ridotto del 20% rispetto alla versione precedente.
Il logo Renault è stato reso ben visibile al centro dell’imponente calandra, mentre sul posteriore il design elaborato presenta qualche richiamo al modello del 1990.
Un vero e proprio ufficio mobile
Venendo agli interni, l’abitacolo ci trasmette subito la sensazione di comfort e comodità, grazie al nuovo cruscotto a forma di S orientato verso il conducente, in cui tutto è a portata di mano, al display da 10’’ e al volante regolabile in tutte le direzioni, permettendoci di trovare la miglior posizione di guida.
In generale Renault ha lavorato molto sul concetto di ufficio mobile, rendendo cioè lo spazio interno al veicolo adattabile a seconda delle esigenze di lavoro. Lo schienale del sedile centrale, ad esempio, una volta ripiegato si può trasformare in tavolino, mentre la seduta si può sollevare dando accesso al vano previsto per riporre il PC. Inoltre, sono presenti diversi vani portaoggetti sulla plancia, porta-bevande laterali, cassetto portaoggetti, vano sottotetto e anche tasche a due livelli nelle porte.
Anche la visibilità è un elemento distintivo del nuovo Master, grazie alle ampie vetrate e alla sagoma del parabrezza profilata verso il basso per aumentare visibilità diretta. Altro elemento che ci ha positivamente impressionato è stato il comfort durante le manovre, grazie ai sensori di parcheggio e telecamere che consentono una buona visuale di quanto avviene attorno al furgone.
Autonomia record e tecnologia al top
Per quanto riguarda la motorizzazione, la versione che abbiamo provato del nuovo Master era da 105 kW (ma ne esista anche una da 96), in grado di erogare una coppia di 300 Nm. Ciò che ci ha colpito è stata sicuramente la fluidità di marcia e la silenziosità, ma anche l’ottimo raggio di sterzata e la possibilità di scegliere fra una gamma che comprende tre lunghezze, 40 sagome disponibili e due capacità di stoccaggio dell’energia: 40 kWh (180 km di autonomia) e 87 kWh (oltre 410 km di autonomia). In questo modo risulta davvero difficile non trovare la quadra tra veicolo e missione di trasporto. E se non ciò non bastasse è in arrivo anche una versione a idrogeno del Master, attesa per il 2025, i cui dettagli saranno svelati successivamente.
Infine, capitolo sicurezza. Il nuovo Master è dotato di 20 sistemi avanzati di assistenza alla guida. Tra i principali, citiamo l’assistente di stabilizzazione laterale, la frenata automatica di emergenza (AEBS), il Trailer Assist e l’Intelligent Speed Assist, che aiuta il conducente a guidare nel rispetto dei limiti di velocità. Ci sono pi anche le cosiddette funzioni V2X, ovvero il Vehicle To Load (V2L) e il Vehicle To Grid (V2G), che includono la possibilità di ricaricare i dispositivi esterni (V2L, dal veicolo ai dispositivi elettrici) con una presa nell’abitacolo, nel vano di carico o mediante un adattatore da collegare alla presa di ricarica per attaccare i dispositivi portatili (attrezzi, apparecchiature informatiche, ad esempio) o gli equipaggiamenti integrati nei veicoli predisposti dagli allestitori (furgone frigorifero, portellone motorizzato, autobus con riscaldamento / climatizzazione supplementare, ecc.) direttamente sulla batteria. In questo modo il veicolo potrà essere collegato alla rete e fornirle anche energia dalle sue batterie (funzione V2G, dal veicolo alla rete elettrica), grazie al caricabatterie bidirezionale.