La compagnia di navigazione Msc ha annunciato di essersi accordata per l’acquisto dell’azienda metalmeccanica Wärtsilä Italia di Bagnoli della Rosandra, in provincia di Trieste. L’azienda è la filiale italiana di una multinazionale finlandese specializzata nella costruzione di motori navali e generatori per le centrali elettriche. Il presidente del colosso italiano dello shipping, Gianluigi Aponte, ha proposto di costruire nella sede friulana carri ferroviari per aumentare il trasporto merci, coinvolgendo i 300 esuberi della Wartsila e con l’obiettivo di creare anche nuovi posti di lavoro.
Aponte, che ha da poco acquisito il 51% della società ferroviaria Italo, con l’intenzione di svilupparne anche il trasporto merci, ha aggiunto che i carri ferroviari sono «mezzi particolari che permettono di trasportare container con maggiore capacità. Del resto, quella di Wartsila a Trieste – ha proseguito – è una bella struttura che ci serve».
Reazione prudente alla notizia da parte dei sindacati Fim, Fiom e Uilm, che chiedono di conoscere più approfonditamente il piano industriale. Per discutere l’accordo verrà presto convocato al ministero delle Imprese e del Made in Italy un tavolo per l’accordo di programma con Governo, Regione Friuli Venezia-Giulia, categorie, sindacati e azienda.
Negli ultimi anni Msc ha fatto ingenti investimenti per integrare la catena della logistica, soprattutto in Italia, acquistando terminal portuali e aziende di trasporti. La società di navigazione controlla tra l’altro Medway, una compagnia ferroviaria per il trasporto di merci, e Medlog, che costruisce poli logistici di interscambio ferro-gomma. L’acquisizione di Wärtsilä Italia consentirà quindi di produrre anche treni, completando così la catena della logistica.
La storia di Wärtsilä
Wärtsilä è arrivata in Italia nel 1999 rilevando la Grandi Motori, storica azienda triestina, nata nel 1884. I primi problemi si manifestarono nel 2016 quando il ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Friuli Venezia Giulia, i sindacati e l’impresa firmarono un accordo per sostenere l’occupazione a rischio. Ma nel luglio del 2022, l’azienda comunicò la fine della produzione dei motori nell’impianto di Trieste per riportarla in Finlandia, licenziando 450 lavoratori. Seguirono una serie di scioperi organizzati dai sindacati, poi nell’autunno del 2022 il ministero delle Imprese e del Made in Italy ottenne dall’azienda alcune garanzie sul mantenimento nel nostro Paese di parte della fabbrica. Da un anno però lo stabilimento di Trieste è completamente fermo. A gennaio Wärtsilä ha prima rifiutato e in seguito accettato la richiesta di altri sei mesi di contratto di solidarietà per i 300 lavoratori rimasti nell’attesa di un’offerta di acquisto, arrivata infine da Msc.