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«Camion più lunghi e pesanti? Inquinano di più e scoraggiano la ferrovia». Lo studio che fa infuriare l’autotrasporto

Secondo una pubblicazione della società di consulenza d-fine, commissionata dal settore del trasporto ferroviario, camion più pesanti e più lunghi sulle strade dell’Unione Europea diminuirebbero la percentuale di merci trasportate dai treni, aumentando le emissioni e aumentando i costi sociali. Dura la replica da parte dell'IRU

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Aumentare le dimensioni e i pesi dei camion per trasportare più merci? Secondo uno studio della società di consulenza d-fine commissionato per l’UIRR (Unione internazionale per il trasporto combinato strada-rotaia) e altri attori della filiera del trasporto su ferro, non sarebbe una buona idea, dal momento che in questo modo si incoraggerebbe in maniera sproporzionata l’uso del trasporto su gomma a scapito di quello su rotaia, aumentando esponenzialmente le emissioni di CO2 e i costi esterni.

La critica arriva mentre i legislatori europei stanno esaminando la cosiddetta direttiva su pesi e dimensioni dei camion, che stabilisce la lunghezza e il tonnellaggio consentiti dei veicoli pesanti sulle strade dell’Unione Europa. Nel dettaglio, cita lo studio, «la maggior capacità di carico comporta un peso a vuoto maggiore e una minore efficienza per tonnellata di merce. Inoltre, c’è un rischio considerevole che i carichi sugli assi aumentino e causino un deterioramento sproporzionato dell’infrastruttura. 10 camion con un peso lordo di 44 tonnellate sono più dannosi di 15 camion da 40 tonnellate».

Secondo lo studio, l’aumento del peso lordo consentito e l’autorizzazione di veicoli EMS (Sistemi Modulari Europei) «porterebbero a un’inversione dello spostamento modale fino al 21% in media per tutti i segmenti ferroviari e al 16% per il trasporto combinato», con la conseguenza di avere «fino a 10,5 milioni di viaggi in più di camion, 6,6 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 aggiuntive e una triplicazione dei costi esterni».

Sull’argomento si è espresso anche Alberto Mazzola, direttore esecutivo della Comunità delle società ferroviarie e infrastrutturali europee (CER), secondo cui, come riportato da Euractiv, «lo studio mostra che le politiche dell’UE che promuovono un trasferimento modale verso il trasporto merci su rotaia saranno messe a repentaglio dalla direttiva su pesi e dimensioni». E che la proposta della Commissione Ue, se approvata così com’è, «indurrà un trasferimento modale dalla ferrovia alla strada e di conseguenza aumenterà i costi esterni e le emissioni dei trasporti, ridurrà la sicurezza stradale e aumenterà i costi di manutenzione stradale».

Dure le critiche arrivate dal settore dell’autotrasporto. L’IRU (International Road Transport) ha preso di mira lo studio, sostenendo che ignora la rapida transizione verso camion a emissioni zero richiesta dalla legislazione UE, così come il risparmio di emissioni derivante dai camion più grandi. Per Raluca Marian, direttrice dell’advocacy Iru presso l’UE, secondo quanto riferito sempre a Euractiv, «il settore ferroviario dovrebbe preoccuparsi meno di colpire il trasporto stradale e più di aumentare la capacità di trasporto merci su rotaia, affrontando questioni come la “cannibalizzazione” delle ferrovie merci da parte delle ferrovie passeggeri e i colli di bottiglia delle infrastrutture».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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