C’è un corridoio che da Helsinki scende fino a Palermo. Un altro che dalla Spagna taglia in trasversale il continente fino a Lione e poi passando per Torino giunge fino al Mar Nero. E poi ce n’è un altro che connette un grande porto del Nord come Rotterdam al nostro più grande porto, che è Genova. È soltanto un pezzo – quello che maggiormente interessa l’Italia – delle Reti TEN-T, concepite ormai da diverso tempo per connettere l’Unione europea e quindi integrare nella mobilità e nei trasporti quanto a volte la politica non riesce a fare nei parlamenti. Adesso però si fa un passo in avanti. Perché il Parlamento (tramite i suoi negoziatori) e il Consiglio dell’Ue lo scorso 19 dicembre hanno raggiunto un accordo per approvare un nuovo Regolamento che definisca una rete transeuropea dei trasporti (TENDA) segnata da maggiore sostenibilità, resilienza e soprattutto da più interconnessione al suo interno. E di conseguenza per sostenere e incentivare l’uso di forme di trasporto più sostenibili e per migliorare la multimodalità. Il tutto viene calendarizzato in maniera puntuale perché il completamento della rete centrale dovrebbe avvenire entro il 2030, quello della rete centrale estesa entro il 2040 e quello della rete globale entro il 2050. In più, per sveltire le procedure e garantire che la pianificazione delle infrastrutture risponda a reali esigenze operative, integrando ferrovia, strada e vie navigabili, il nuovo regolamento crea nove corridoi di trasporto europei, che assumono la massima importanza strategica per lo sviluppo di flussi di trasporto merci e passeggeri sostenibili e multimodali in Europa.
ERTMS come sistema di segnalamento unico europeo
Facciamo alcuni esempi presenti, partendo da quelli che interessano il trasporto merci, ma ovviamente ci sono anche quelli relativi al traffico passeggeri. Per prima cosa il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS) dovrà essere implementato sull’intera rete TEN-T come sistema di segnalamento europeo unico in Europa, in modo da rendere il trasporto ferroviario più sicuro ed efficiente. Di conseguenza, i sistemi nazionali preesistenti di “classe B” dovranno essere progressivamente disattivati. In questo modo l’industria europea sarà stimolata a investire nell’ERTMS.
Aree di parcheggio ogni 150 km
Ma la cosa più interessante che interessa anche l’autotrasporto riguarda la realizzazione di aree di parcheggio sicure e protette lungo l’intera rete stradale centrale e in quella estesa della TEN-T da completare entro il 2040. Con un obiettivo ben preciso: fare in modo che, mediamente, ce ne sia almeno una ogni 150 chilometri. In modo tale da poter garantire agli autisti che si muovono all’interno di questa rete sia sicurezza, sia condizioni di lavoro adeguate.
Molto interessante è anche lo sviluppo previsto dei terminal di trasbordo, quelli cioè in cui poter passare da una modalità di trasporto a un’altra, un po’ come accade nei nostri interporti. Con qualche differenza. Innanzi tutto, l’indicazione del Regolamento è quello di far crescere questi terminal in maniera coerenze con i flussi di traffico attuali e futuri. Che sembra un’ovvietà, ma sappiamo benissimo che in Italia queste strutture vengono realizzate più con un’ottica elettorale o di breve periodo, che non guardando strategicamente agli sviluppi della mobilità. L’obiettivo in questo caso è di consentire la circolazione di 740 milioni di treni attraverso la rete, spostando più merci verso modalità di trasporto maggiormente sostenibili e favorendo l’incremento del trasporto combinato europeo. In più, con un obiettivo che interessa più le persone che le merci, si prevede pure che i principali aeroporti – vale a dire quelli che muovono più di 12 milioni di passeggeri all’anno – dovranno essere connessi tramite ferrovie a lunga percorrenza.
Ancora, sempre a proposito di trasporto passeggeri, ci sono pone l’obiettivo di far viaggiare treni lungo la rete centrale TEN-T e sulla rete centrale estesa a 160 km/h o ancor più velocemente entro il 2040. Mentre, le 430 grandi città situate lungo la rete TEN-T dovranno sviluppare piani di mobilità urbana sostenibile per promuovere la mobilità a zero e a basse emissioni.
Un pensiero al mare
Molto interessante, infine, è l’interesse per lo spazio marittimo europeo al cui interno si mira a integrarlo con altre modalità di trasporto e, a tale scopo, si punta a potenziate le rotte marittime a corto raggio e a crearne di nuove, mentre verranno ulteriormente sviluppati i porti marittimi e i relativi collegamenti con l’entroterra.
Uno sguardo all’Ucraina e ai Balcani
Da ultimo va sottolineato come, proprio in una logica prospettica, il regolamento si preoccupa di migliorare i collegamenti di trasporto con i paesi terzi vicini, allo scopo di integrare l’Ucraina, la Moldova e i sei partner dei Balcani occidentali nella mappa dei nuovi corridoi.
I prossimi passi
A questo punto l’accordo politico raggiunto il 19 dicembre dovrà essere adottato formalmente dal Parlamento e quindi essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea per entrare in vigore il ventesimo giorno successivo. A questo tema, peraltro, delle nuove reti TEN-T saranno dedicati i Connecting Europe Days, previsti a Bruxelles dal 2 al 5 aprile 2024.