Dopo l’ennesimo attacco a un cargo nel Mar Rosso da parte del gruppo armato yemenita Houthi, le principali compagnie marittime di trasporto merci hanno annunciato che le loro navi non passeranno più per quella rotta fino a data da destinarsi. A iniziare l’abbandono del transito via mare sono state la danese Maersk e la tedesca Hapag Lloyd, a cui si sono aggiunte in seguito l’italo-svizzera Msc, la francese Cma Cgm, la taiwanese Evergreen e la britannica BP.
Nuova rotta attraverso il Capo di Buona Speranza
La sospensione del transito delle navi delle compagnie dal canale di Suez (al momento sono oltre cento le navi che hanno cambiato rotta) è conseguente ai continui assalti dei ribelli sciiti filo-iraniani, effettuati come rappresaglia contro Israele nel conflitto con Hamas. I convogli saranno dirottati verso il Capo di Buona Speranza, il che causerà un prolungamento del percorso di almeno 15 giorni, secondo i calcoli della piattaforma di spedizioni Flexport, e un deciso aumento dei costi di trasporto. Questa situazione rischia evidentemente di mettere in crisi il traffico mercantile mondiale.
Pitto (Fedespedi): Il costo dei noli è destinato a crescere
«La catena logistica si trova ancora una volta davanti ad uno shock inatteso – è il commento di Alessandro Pitto, presidente di Fedespedi (Federazione Nazionale Imprese di Spedizioni Internazionali) – che rischia di avere conseguenze a medio-lungo termine sui traffici via mare e che riguarda ancora una volta il canale di Suez, considerato il 4° choke point al Mondo. Da qui passa infatti il 12% del commercio internazionale, il 10% del petrolio, l’8% di gas naturale».
Fedespedi ritiene che sarà difficile stimare di quanto potranno crescere i noli, secondo le previsioni del suo Centro Studi, considerando il solo costo del carburante, il passaggio per il Capo di Buona Speranza in alternativa al Canale di Suez ha un costo fra i 650.000 e 1 milione di USD.
«Questa ulteriore crisi – aggiunge Pitto – evidenzia come le catene logistiche debbano organizzarsi in ottica di resilienza e minimizzazione dei rischi, puntando su vie di approvvigionamento alternative e sull’ampliamento delle riserve a magazzino».
In forte salita i prezzi delle polizze assicurative
Secondo il quotidiano specializzato Lloyd’s list, gli attacchi dei ribelli yemeniti nel Mar Rosso stanno facendo salire fortemente i costi delle polizze per assicurare le navi che transitano nell’area. Dopo essere raddoppiati la settimana scorsa, i prezzi sono destinati a aumentare ancora e potrebbero comportare un costo fino a 760 mila dollari per ogni viaggio di una petroliera, fino a toccare la soglia di 1 milione di dollari per una maxi portacontainer. Questi aumenti dovrebbero riversarsi sul costo finale per i clienti che noleggiano i container. Tuttavia si tratta – spiega Lloyd’s – di livelli di prezzi ancora lontani da quelli per il Mare Nero, visto che i carichi e le navi nel Mar Rosso sono ancora largamente riassicurabili.
Minacciati nuovi attacchi ogni 12 ore
Nel frattempo, il governo yemenita ha minacciato un assedio marittimo a Israele a partire dal Mar Rosso e dallo Stretto di Bab al Mandab, dove passa quasi metà del traffico mondiale via mare e che collega il Mediterraneo con il Corno d’Africa. Lo stretto è un canale largo 32 km che collega il mar Rosso con l’oceano Indiano, controllato da un lato dal Gibuti e dall’altro dallo Yemen. Gran parte dello Yemen è sotto il controllo degli Houthi dal 2014, quando iniziò la guerra civile. I ribelli sciiti e filo-iraniani hanno inoltre minacciato un attacco ogni 12 ore per esercitare pressioni su Israele affinché fermi l’offensiva su Gaza.
Alleanza navale per scortare i convogli
Per contrastare gli attacchi terroristici è stata creata un’alleanza navale capitanata dagli Usa che sorveglierà le navi durante il passaggio nel Mar Rosso. All’alleanza partecipa anche l’Italia con la fregata ‘Virgilio Fasan’, dotata di missili Aster 30 e 15 in grado di garantire protezione in un raggio di 100 km. Oltre a Usa e Italia, le altre nazioni alleate sono Bahrein, Canada, Francia, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Seychelles e Spagna.