Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneLeggi e politicaIncentivi. 700 Milioni per avviare la transizione

Incentivi. 700 Milioni per avviare la transizione

La richiesta è di uno stanziamento quadriennale (con modalità di erogazione rapida) per favorire gli investimenti in veicoli a emissioni zero e relative infrastrutture, ma anche per stimolare i biocarburanti, che tutta la filiera vede come più praticabili dell’elettrico

-

Dietro c’è una domanda non banale: se davvero si vogliono combattere il cambiamento climatico e l’inquinamento prodotto dai camion, visto che di veicoli pesanti elettrici a tutt’oggi ne circolano in Italia 36, perché aspettare il 2035 e il full electric (eventuale) e non cominciare a svecchiare un parco tra le 3,5 e le 16 tonnellate che, a dati Unrae, ha un’età media di 12,6 anni? La domanda circola da mesi lungo la filiera dell’autotrasporto, mentre dal governo (soprattutto dal ministero per le Imprese il Made in Italy e da quello delle Infrastrutture e dei Trasporti) arrivavano gli incentivi più disparati, in maniera scoordinata, a sostenere ora l’acquisto di veicoli elettrici (per rimanere non utilizzati), ora a finanziare i diesel di ultima generazione (subito esauriti), ora a guardare con benevolenza i carburanti a basso impatto ambientale (con qualche successo soprattutto nel GNL), ora a strizzare l’occhio ai biocarburanti (in attesa di una distribuzione migliore).

E allora l’intera filiera – Anfia e Unrae per i produttori, Federauto per i concessionari, Anita Unatras per gli autotrasportatori – si è seduta intorno a un tavolo e ha fatto i classici due conti. Che sono sfociati in una (prima) richiesta al governo di 700 milioni in quattro anni (2023-2026) per «supportare gli investimenti in veicoli a emissioni zero e le loro infrastrutture, nonché stimolare la diffusione dei carburanti rinnovabili», ma soprattutto per «una modifica sostanziale di funzionamento del Fondo autotrasporto, che garantisca procedure rapide di liquidazione alle imprese di autotrasporto».
Il «Piano di efficientamento» è stato annunciato ai primi di novembre alla manifestazione Ecomondo che si svolge ogni anno a Rimini, nel corso del convegno «La transizione green dell’autotrasporto merci». Ancora non se ne conoscono i dettagli – che saranno resi noti subito dopo la presentazione del documento al governo – ma si tratta, in sostanza, di una Road map che metta a coordinamento la pletora di incentivi oggi dispersi per fonte di erogazione e finalità d’impiego, all’interno di un piano organico che, anno per anno, dia un quadro di certezza alle imprese nella programmazione dei loro investimenti. Per usare le parole del comunicato congiunto, si tratta di «adottare un piano di efficientamento che incentivi le imprese a traguardare la graduale ed effettiva transizione del settore in direzione di una trasformazione sostenibile, innovativa e competitiva dei servizi di trasporto merci». La disponibilità del governo, quanto meno ad aprire al più presto un confronto con le associazioni del settore su questo tema, è venuto in diretta con un video messaggio dal vice ministro dei Trasporti, Edoardo Rixi. Il quale ha anche ribadito la posizione italiana a favore della neutralità tecnologica, confermando l’impegno a realizzare le infrastrutture necessarie per alimentare la trazione elettrica, ma ribadendo che «biocarburanti ed e-fuel sono fattori concreti nel processo di decarbonizzazione».

Perché è proprio ai biocarburanti – in alternativa all’alimentazione elettrica che soprattutto per i camion appare complessa e lontana – che è rivolta sempre più l’attenzione della filiera. A prescindere dall’esito del voto del Parlamento europeo su modalità, target e tempi della transizione green, tutti gli oratori presenti a Rimini hanno messo il dito sulla piaga. Il direttore generale di Anfia, Giancarlo Giorda, ha definito «complicato» raggiungere gli obiettivi dell’Unione europea e ha rilanciato il metodo di Carbon correction factor (CCF) per valutare i benefici ambientali dei biocarburanti. Paolo Starace, presidente della sezione Veicoli industriali di Unrae, ricordando gli investimenti sostenuti dai costruttori, ha affermato che non bisogna disperdere la tecnologia del motore termico. Natale Mariella, vice presidente di Anita, ha ribadito che oltre alla sostenibilità ambientale esistono anche quella economica e quella sociale. Massimo Artusi, vice presidente di Federauto, ha ricordato che l’elettrificazione non è a emissioni zero, perché le fonti da cui è ricavata sono fossili.

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link