Cambiare pelle per adattarsi alla transizione energetica, con tutte le possibilità e le incognite legate al progressivo abbandono dei motori termici. È il destino che accumuna tutti i produttori di camion, chiamati a riorganizzarsi per produrre veicoli sempre più green, anche per rispettare le stringenti normative sulle emissioni.
Ma quali motorizzazioni sopravvivranno in futuro e per quali missioni di trasporto? Quali sono le scommesse delle Case per attuare la svolta? Dal punto di vista delle imprese, su quali tecnologie andrebbero orientati gli investimenti e su cosa è più sensato scommettere? E ancora: come gli autisti vedono la transizione? Come si immaginano il camion del futuro? E i politici, invece, cosa fanno? Chi avrà la meglio nel dibattito tra i fautori del full-electric e quelli della neutralità tecnologica?
A queste e altre domande risponde il numero di luglio di Uomini e Trasporti, in distribuzione in questi giorni e già online sul nostro sito. Un numero ricco di spunti in cui abbiamo radiografato innanzitutto l’esistente, raccogliendo dati e analisi sulla struttura del mercato, sulla composizione del parco circolante e sulle infrastrutture, per poi addentrarci dentro le (pre)visioni e le strategie sul futuro dei camion da più punti di vista: da chi decide (politici), da chi costruisce (Case), da chi compra (imprese) e da chi guida (autisti).
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