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Frode fiscale da 74 milioni, coinvolte 19 imprese logistiche

Le società, che facevano parte del consorzio di Bologna LHS, sono accusate di un'ingente evasione dell'Iva, di indebita compensazione di finti crediti fiscali e di somministrazione illecita di manodopera. Quarantaquattro i denunciati

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Sono ben 19, secondo la Guardia di Finanza di Bologna, le società logistiche e di facchinaggio coinvolte in una frode fiscale da 74 milioni. I finanzieri hanno eseguito due decreti di sequestro preventivo, emessi dal Gip Maria Cristina Sarli, nei confronti delle imprese, accusandole di un profitto illecito dovuto a una forte evasione dell’Iva e alla illegittima compensazione di finti crediti fiscali.

L’operazione è la conseguenza di un’indagine, iniziata nel 2016 e terminata nel 2020, che ha svelato un meccanismo di somministrazione illecita di manodopera da parte di un consorzio bolognese – LHS di Castel Maggiore – attraverso una rete di società consorziate ‘spurie’, attive a Bologna, Castel Maggiore (Bologna), Cesena, Burago di Molgora (Monza e Brianza), Cardito (Napoli), Melito di Napoli, Napoli, Nola, Piacenza e Roma.

Le 19 società, interposte tra il reale datore di lavoro (il consorzio) e i dipendenti (1.700 circa per ogni anno), oltre a rivelarsi inadempienti al versamento delle imposte, avevano compensato ingenti debiti tributari con corrispondenti crediti inesistenti. L’evasione dell’Iva è di 39 milioni, compiuta attraverso un vorticoso giro di fatture false per 250 milioni circa, e un’indebita compensazione di crediti fittizi per altri 36 milioni.

Nell’operazione sono state denunciate 44 persone, tra cui i vertici del consorzio e i legali rappresentanti delle 19 società che si sono succeduti nel tempo. Nei confronti di questi sono stati sottoposti a sequestro notevoli disponibilità finanziarie, immobili e partecipazioni societarie per un valore di oltre 9 milioni di euro. Lo stesso consorzio e due società collegate sono stati sottoposte a sequestro impeditivo e affidate a un amministratore giudiziario. Queste ultime tre aziende potevano contare su circa 500 dipendenti, in grado di produrre un volume d’affari annuo di ben 83 milioni di euro.
Il Riesame ha confermato le misure cautelari.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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