Circa 18 sentenze del Giudice di Pace di Milano ne hanno dichiarato l’irregolarità, 26 sanzioni comminate sono state annullate. Eppure il famigerato autovelox di Pioltello continua a mietere vittime.
Lo denuncia Altvelox, associazione nazionale dei consumatori e delle microimprese di Belluno, che ormai da tempo lotta contro l’amministrazione della Città Metropolitana di Milano che non fa nulla per rimediare alla situazione anomala del segnalatore di velocità.
Secondo l’associazione, l’autovelox dello scandalo, che si trova a Pioltello su un cavalcavia della strada Cassanese Moderna, è nascosto, non è segnalato e soprattutto non dispone della prevista omologazione, tanto che diversi Giudici di pace meneghini lo hanno dichiarato illegale, annullando in tribunale sanzioni e sottrazione dei punti patente.
Più precisamente, l’autovelox è stato montato sul cornicione superiore del cavalcavia della SP 103 al km. 6+00 circa. In direzione Milano, effettua la rilevazione immediata della velocità, mentre in direzione Brescia è impostato per rilevare la velocità media in uno spazio peraltro brevissimo. “Questa doppia e differente misurazione – afferma Altvelox – dovrebbe essere chiaramente indicata e pre-segnalata, ma i cartelli sono invece generici, lontani e posizionati male, il che fa pensare che lo scopo non sia quello nobile di prevenzione degli incidenti, ma quello più profano di incassare sonore multe”.
Del resto la Direttiva del Ministero dell’Interno del 21.07.2017 al Punto 7.2 recita: «Le postazioni con dispositivi automatici di rilevamento a distanza della velocità senza la presenza dell’agente accertatore, devono essere rese ben visibili attraverso collocazione su di esse, o nelle immediate vicinanze, di un segnale di indicazione riportante il simbolo dell’organo di polizia operante conforme a quelli previsti dall’art. 125 Reg., ovvero breve iscrizione della denominazione del corpo o servizio di polizia operante se non riconoscibile attraverso specifico simbolo». Ebbene, di queste indicazioni specifiche – dice Altvelox – non vi è traccia.
Ultimo episodio in ordine di tempo quello del 7 aprile scorso, quando un autotrasportatore emiliano si è visto contestare una sanzione per aver guidato in quel tratto di strada, secondo il dispositivo, alla velocità di 96 km/h con un limite di 80 km/h. Tuttavia l’autocarro era dotato di cronotachigrafo Vdo Continental Automotive, debitamente omologato e regolarmente funzionante. L’apparecchio registrava nel preciso momento della contestazione (ore 12.48,10 del 25 marzo) una velocità di 70 km/h, assai più bassa rispetto ai 96 km/h contestati. Anzi, il grafico del tachigrafo mostrava che per tutta la giornata quel veicolo pesante non aveva mai superato i 90 km/h, neppure in autostrada rientrando in sede.
Ad avvalorare ulteriormente l’inesistente superamento di velocità, vi è poi il fatto che il camion di nuova generazione dispone altresì di un limitatore di velocità sempre attivo e tarato a un massimo di 90 km/h, che impedisce in automatico, anche nel caso di distrazione dell’autista, il superamento della velocità impostata. Si tratta di un sistema elettronico che, come il cronotachigrafo, non può essere manomesso dall’autista, ma è accessibile in forma telematica. Ricordiamo infatti che i tachigrafi intelligenti di nuova generazione sono collegati a un sistema di navigazione satellitare e muniti di tecnologia di comunicazione a distanza, al fine appunto di agevolare controlli stradali mirati.
In sintesi: il cronotachigrafo obbligatoriamente omologato ha smentito l’autovelox privo di qualsiasi omologazione, che ha rilevato ancora una volta una velocità errata, come è assolutamente plausibile avvenga anche nel caso di veicoli privi di tachigrafo.
L’associazione Altvelox sta ora meditando, come già avvenuto per altre Pubbliche Amministrazioni, di informare la Procura della Repubblica con un dettagliato esposto, in fase di elaborazione da parte del loro ufficio tecnico legale.