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Aree sicure in tutta Europa. Ma dove?

Le indicazioni sono ancora confuse e poco chiare, le mappe non sono ancora aggiornate. E comunque per ora si nota un forte squilibrio tra i retroterra dei porti principali (Barcellona e Calais- Rotterdam) e l’interno del continente, mentre l’obiettivo è di creare le aree lungo le TEN-T

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Sono soltanto una ventina, in tutta Europa, i parcheggi finora certificati da Dekra come sicuri secondo i criteri indicati dalla Commissione europea. Ma trovarli non è facile neppure su internet, figuriamoci sulla strada. La loro pubblicazione ufficiale è sul sito www.eu-parking.com. Ma lì ce ne sono solo 14, di cui quattro con certificazione scaduta.

Vero è che la verifica è iniziata da troppo poco tempo e molti gestori di aree per camion stanno correndo per adeguare i propri impianti per chiedere la certificazione secondo i criteri indicati dalla Commissione europea con il Regolamento varato appena un anno fa, nell’aprile del 2022. La precedente direttiva in materia risale, infatti, al 2013 e si limitava a prevedere che gli stati membri informassero adeguatamente e chiaramente gli utenti sulla localizzazione del parcheggio. Tant’è che, fin dal 2010, gli operatori del settore avevano pensato bene per promuovere le aree di sosta sicura per i camionisti di costituire un’associazione – la Esporg, European secure parking organisation – che provvedesse autonomamente a identificare secondo propri criteri i parcheggi più sicuri, a certificarli e a indicarli ai camionisti, ma soprattutto a favorirne la realizzazione offrendo supporto e consulenza agli imprenditori interessati.

La mappa, consultabile sul sito www.esporg.net, individua 60 aree di sosta (tre in Italia: Brescia Est e le due di Gorizia, al confine con la Slovenia), inizialmente ospitava solo le aree certificate da Esporg tra quelle associate, ma ora gradualmente comincia a segnalare anche quelle certificate secondo i nuovi criteri. Se a questo si aggiunge che online sono presenti anche classificazioni di enti e società che operano nel settore, come le borse carichi o i gestori di servizi digitali, è inevitabile una certa confusione, anche se le regole fissate dall’Unione europea creano finalmente un quadro ufficiale di riferimento che soltanto nel tempo potrà offrire ai camionisti non solo la sosta sicura più vicina e la sua offerta, ma anche le indicazioni per arrivarci.

Il nuovo standard

Il criterio di base del nuovo Regolamento è, infatti, quello di inserire le aree verificate in una delle quattro fasce di merito: a decrescere, platino, oro, argento e bronzo. I criteri sono rigorosi e dettagliati: per ottenere l’oro, ci vogliono TV a circuito chiuso su tutto il perimetro, sistema di lettura delle targhe, illuminazione di almeno 25 lux, personale di custodia (formato) contattabile h24, barriere antiscavalcamento e sistema di gestione compatibile con DATEX II, lo standard europeo per lo scambio dei dati sul traffico.

Per la medaglia di platino, il sito deve essere presidiato h24, alle barriere vanno aggiunti ulteriori deterrenti, gli accessi devono essere muniti di cancelli, ci vuole la possibilità di prenotare lo stallo. Non è un caso che il massimo livello non sia stato raggiunto da nessuno. Meno incisivi sono invece i requisiti richiesti per i servizi alla persona che riguardano il benessere dei conducenti. In pratica sono obbligatori solo i servizi di base: servizi igienici (maschili e femminili) funzionanti, puliti e controllati a intervalli regolari, connessioni elettriche e internet, cestini per i rifiuti, indicazioni visibili e – per il nutrimento – la possibilità di acquistare snack e bevande h24 e 7 giorni su 7; il che vuol dire che basta un distributore di panini e lattine. Solo tra i servizi facoltativi è prevista la vicinanza di una trattoria o di uno snack bar o anche di un albergo. Insomma, se ci sono, meglio, ma non incidono granché sulla valutazione complessiva.

È probabile che sugli organismi europei abbia pesato la considerazione che la parte dei servizi alla persona è quella che costituisce la componente di maggiore redditività per gli investitori e, dunque, saranno loro stessi ad attrezzare le aree con ristoranti, motel, distributori di carburanti, minimarket, altrimenti i proventi della sola sosta rischiano di non essere remunerativi. Anche perché le aree finora certificate non si limitano a fornire i servizi essenziali.

Una distribuzione ancora squilibrata

Ma dove sono, insomma, queste aree certificate? Dal momento che le due mappe non appaiono ancora aggiornate, per individuarle non c’è che da integrare le informazioni dei due siti, quello di EU Parking e quello di Esporg. Ne viene un quadro ancora incerto e squilibrato. Intanto si nota che il platino non è stato ottenuto da nessun’area; l’oro è stato assegnato a 16 impianti, l’argento e il bronzo a due. In quattro (tutti ori), la certificazione è stata effettuata prima della nuova direttiva e ora è scaduta, ma la procedura prevede una fase transitoria e un recupero rapido per cui la classificazione è stata adeguata ai nuovi standard.

Quanto alla dislocazione, Spagna e Francia fanno la parte del leone con sette e cinque aree certificate, anche se due delle spagnole hanno ottenuto solo il bronzo. Il problema è che le SSTPA riconosciute dall’Unione devono essere lungo le TEN-T, gli assi portanti del trasporto europeo. In realtà quelle già certificate si concentrano nell’area di Barcellona e in quella franco-belga intorno al porto di Calais. La mappa Esporg – in cui compaiono anche le aree associate e certificate con il metodo precedente – proprio per il maggior numero di parcheggi registrati accentua questo squilibrio, registrando 10 aree in Catalogna e Francia e addirittura 16 nel retroterra fra Calais e Rotterdam, mentre se ne trovano solo una decina in tutto sparse nel cuore dell’Europa, il mercato più desiderato alle merci.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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