La sonnolenza dopo pranzo, sovente associata a una fastidiosa sensazione di pesantezza e gonfiore tanto da indurre ad allentare i vestiti, potrebbe dipendere dalla quantità e qualità del pasto, piuttosto che da sintomi di una patologia vera e propria.
Nelle fasi post-prandiali – ovvero che seguono il pasto, il momento in cui si il fisico è impegnato nella fase digestiva – il sangue è richiamato verso l’apparato digerente a scapito di altri distretti corporei, cervello compreso. A questo punto si verificano variazioni della concentrazione plasmatica di alcuni nutrienti, glucosio in particolare, e questo può tradursi in una difficoltà a mantenere lo stato di vigilanza, soprattutto se la digestione diventa particolarmente lunga e laboriosa. Per questo, soprattutto prima della guida, bisognerebbe mangiare solo per togliere la sensazione della fame, senza eccedere e scegliendo alimenti facilmente digeribili.
Insomma, mai abbuffarsi. Pasti troppo abbondanti o troppo veloci, magari consumati in piedi in un’area di sosta, non sono certo l’ideale per una buona digestione.
Al bando i cibi ricchi di grassi, specie se di origine animale, i cibi troppo elaborati che richiedono un grosso impegno digestivo e i cibi preconfezionati che tra l’altro contengono conservanti ed esaltatori di sapori che per il nostro corpo sono paragonabili a un carburante di pessima qualità, in quanto molto calorici, ma poveri di energia. Un no deciso quindi a fritture o a panini abbondantemente farciti.
Via libera invece a pasti semplici e leggeri, dalla pasta al riso, sempre in razioni moderate e con il giusto condimento, e tante verdure e frutta di stagione.
E naturalmente limitare il consumo di bevande gassate e zuccherate. Di quelle alcoliche, poi, bisogna stare assolutamente alla larga; ma questo già lo dice il codice della strada.
Anche lo stile di vita è importante: l’obesità in particolare può favorire o aggravare la sonnolenza post-prandiale.
Il torpore dopo pranzo, tuttavia, non è sempre e necessariamente connesso con l’assunzione di cibo, ma è influenzato dall’orologio biologico che scandisce i ritmi sonno-veglia. Fisiologicamente nel corso delle 24 ore si alternano fasi di minima vigilanza, sia nelle ore notturne (all’incirca verso le 23) sia nelle prime ore pomeridiane (fra le 14 e le 16). Sono le cosiddette «porte del sonno». Indipendentemente dal pasto, in queste ore bisogna prestare massima attenzione ai segnali premonitori che il corpo ci invia: difficoltà di concentrazione, distrazione, rallentamento dei tempi di reazione e dei processi decisionali, sbadigli frequenti, movimenti automatici, ecc. In questo caso c’è una sola cosa da fare: fermarsi il prima possibile, concedersi un breve pisolino e, magari, prima di ripartire, bersi una tazzina di caffè espresso.
L’eccessiva sonnolenza post-prandiale può però essere anche la spia di varie condizioni patologiche come cardiopatie, pneumopatie, malattie dell’apparato digerente, anemie, malattie della tiroide o di patologie riconducibili all’ambito neurologico e alla medicina del sonno. Ma di queste avremo modo di parlare in altri momenti.
Buon viaggio!