A parte alcune virtuose eccezioni, le risorse stanziate dal ministero dei Trasporti per agevolare gli investimenti delle imprese per il rinnovo del parco sono state per anni intorno ai 12-15 milioni di euro, come parte del Fondo Autotrasporto in conto terzi che ogni tre anni la legge di Bilancio riserva alla filiera. Dal 2019 sono stati stanziati 240 milioni all’anno, spacchettati tramite decreti ministeriali nelle voci «Rimborsi pedaggi», «Rimborsi per spese forfettarie», «Supporto alla formazione» e, appunto, «Fondo Investimenti», a cui sono toccati da allora 25 milioni l’anno.
A fronte della crescente domanda di tutela ambientale che impone il rinnovo di un parco veicoli con un’età media di 14 anni (contro il 12,7 dell’Europa), negli ultimi anni si sono aggiunte al Fondo Investimenti alcune misure finalizzate proprio a incentivare l’acquisto di veicoli meno inquinanti.
Una partenza positiva
Nel 2020, grazie a uno stralcio dal decreto Infrastrutture concordato nell’ambito del governo Conte I, il Fondo Investimenti fu incrementato e portato a 122,5 milioni di euro (a valere tra ottobre 2020-luglio 2021) che vennero così ripartiti: 46,5 milioni per l’acquisto di veicoli ad alimentazione GNL, GNC, elettrica e ibrida (queste ultime due alimentazioni di interesse quasi esclusivo per le masse tra 3,5 e 7 ton); 44 milioni per l’acquisto di veicoli diesel Euro6-VI/D, prevedendo la rottamazione obbligatoria di un mezzo obsoleto; i restanti 32 milioni per rimorchi, semirimorchi e casse mobili.
Pur essendo in piena crisi-Covid, il mercato accolse positivamente lo strumento, che ha consentito alle imprese di ottenere rimborsi di 20mila euro per un camion LNG/bio-LNG oltre le 16 ton e di 15mila per analogo mezzo diesel. Soprattutto nel primo periodo di prenotazione (ottobre/novembre 2020), le risorse per le alimentazioni diesel sono andate esaurite in pochi minuti, con un effetto «click-day» che ha suscitato qualche polemica, mentre quelle riservate agli alternative fuels sono state quasi tutte assegnate. Segno che il mercato esprimeva una forte domanda di innovazione tecnologica.
Un 2022 controverso
Anche per il 2022 (a valere tra ottobre 2021-luglio 2022), le risorse disponibili per il rinnovo del parco mezzi si sono mantenute su un livello più elevato rispetto alla media del decennio, ma dimezzato rispetto al 2021, con uno stanziamento complessivo di 63 milioni.
Infatti, mediante due distinti decreti del MIT (il 459 e il 461 del 2021)sono stati messi a disposizione 50 milioni per il Fondo Investimenti, ripartiti in due periodi di prenotazione e allocati per tipologia di mezzo:
- 35 milioni per i veicoli commerciali diesel euro VI/D, pari o superiori a 3,5 ton (con rottamazione obbligatoria)
- 5 milioni per gli stessi veicoli ad alimentazione alternative
- 10 milioni per i trainati di ultima generazione
Inoltre, fu istituito il Fondo Elevata Sostenibilità, per ulteriori 13 milioni di euro, come tranche 2022 di un totale di 50 milioni, ripartiti in cinque periodi di prenotazione fino al 2026, tutti a beneficio degli investimenti in mezzi alternative fuels (C-LNG, Bio-C-LNG, Hybrid e full electric).
Nonostante i rimborsi previsti da questi due strumenti fossero allettanti (24 mila euro per un truck LNG o full electric e 15 mila euro per uno Euro VI/D, con tetti di spesa per impresa di 550 mila euro per il Fondo Investimenti e di 700 mila per il Fondo Elevata Sostenibilità), la ricaduta per il mercato è stata controversa, anche perché si è fatta sentire la crisi-energia. E se il primo Fondo ha esaurito le risorse in poco tempo, il secondo – riservato ai soli mezzi innovativi – è stato consumato solo al 50%.
Il rallentamento degli acquisti per i camion LNG e Bio-LNG è giustificato dall’impennata del prezzo del gas, che ha incrementato la spesa per il rifornimento di 4/5 volte rispetto solo a un anno prima. Nel contempo, il mercato ha continuato a ignorare i veicoli elettrici, fatto salvo per qualche sporadico interesse per van/cab da 3.5/7.0 ton utilizzati in città. Sta di fatto che oltre 6,5 milioni di euro del Fondo Elevata Sostenibilità non sono stati impegnati e che la futura destinazione di queste risorse non spese resta tutt’oggi un mistero.