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Raddoppia il treno Trieste-Abruzzo per movimentare la componentistica Honda

La casa giapponese è presente da decenni ad Atessa (Chieti). E già da metà ottobre aveva deciso, insieme a Sangritana, di far sbarcare a Trieste i container pieni della componentistica necessaria ad alimentare tale sito produttivo e da qui farli giungere in 12 ore all’interporto di Manoppello (Pescara). Ora, dopo solo tre mesi, il servizio raddoppia. Segno che, almeno lungo la dorsale adriatica, esiste un’alternativa intermodale efficiente. E proprio per questo Trieste si rivolge ad altre imprese interessate a salire a bordo

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Da Trieste all’Abruzzo, dal porto della città giuliana all’interporto di Manoppello (Pescara) per trasportare via treno componentistica automotive. È questo il contenuto del servizio intermodale, in grado di viaggiare lungo la costa adriatica con una velocità maggiore rispetto a un camion, che ha interessato Honda Italia, convinta a far sbarcare i propri container, provenienti dal Far East, al terminal contenitori del Molo VII gestito da Trieste Marine Terminal per poi farli proseguire via ferrovia fino all’Interporto d’Abruzzo e da lì al sito di Atessa in Val di Sangro (Chieti), cuore produttivo del marchio giapponese in Italia. Siamo di fronte a un company train, vale a dire a un treno dedicato esclusivamente a Honda Italia e riempito con una quarantina di container e coprendo la tratta in circa dodici ore, un tempo inferiore a quello possibile all’alternativa su gomma. 

In realtà il servizio era partito a metà ottobre, ma oggi, dopo quasi tre mesi, è in grado già di raddoppiare, di raggiungere cioè le due circolazioni settimanali e di dimostrare nei fatti che, almeno lungo la dorsale adriatica, possono esistere alternative intermodali in grado di promuovere nuovi traffici tra Nord Est e Centro-Sud dell’Italia e di attirare, vista la loro funzionalità, anche attori internazionali di primaria importanza. O, per dirla con le parole del presidente dei porti di Trieste e Monfalcone, Zeno D’Agostino, il progetto è la dimostrazione di «come la ferrovia può e deve essere sempre più la soluzione per una logistica sostenibile anche in Italia».

Da sinistra: Stefano Visintin (presidente Associazione Spedizionieri FVG), Alberto Amoroso (amministratore unico Sangritana), Marcello Vinciguerra (managing director Honda Italia Industriale), Antonio Di Bartolomeo (giornalista), Zeno D’Agostino (presidente dei porti di Trieste e Monfalcone), Marco Zollia (responsabile marketing Trieste Marine Terminal), Maurizio Cociancich (amministratore delegato Adriafer).

Il motore della vicenda, quindi, è stata Honda Italia che, in collaborazione con l’azienda ferroviaria abruzzese Sangritana, ha puntato su Trieste quale piattaforma su cui canalizzare tutta la componentistica necessaria per alimentare la produzione dello stabilimento di Atessa. E l’Autorità di Sistema Portuale, a sua volta, ha supportato la società giapponese nell’individuazione dei soggetti più indicati nella costruzione del servizio e, in collaborazione con la sua controllata Adriafer, nella gestione delle operazioni di manovra dei convogli ferroviari per riuscire a rispettare i tempi programmati, coordinandosi a tale scopo con il terminal container del Molo VII. 

Ora l’intenzione è di promuovere quest’iniziativa con un ulteriore treno aperto, rivolto anche ad altre imprese per ampliare il numero di connessioni settimanali. La stessa Honda è interessata ad allargare ad altri clienti il servizio.

Ricordiamo che i collegamenti da Trieste verso l’Italia coprono cinque Regioni (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Marche e Abruzzo) con 15 servizi a settimana. 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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