Mercoledì 14 dicembre alle ore 12 il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, insieme al viceministro, Edoardo Rixi, riceveranno al ministero i rappresentanti delle associazioni di categoria dell’autotrasporto che in almeno un paio di occasioni avevano sollecitato un incontro.
Al centro del colloquio, oltre all’eterno tema delle accise (in parte già affrontato tramite il taglio del taglio alla pompa per tutti, avvenuto dopo il 18 novembre, che però ha ripristinato in parte il rimborso delle accise), reso nuovamente attuale dalla comparsa in legge di Bilancio di 200 milioni che servono appunto a mitigare gli extracosti del gasolio per le aziende attive con veicoli euro 5 e superiori. Ma c’è anche da capire che fine hanno fatto i 50 milioni previsti per incentivare il marebonus e il ferrobonus, ci sono le questioni del transito austriaco e in generale del rallentamento del traffico lungo la direttrice del Brennero, ci sono gli investimenti da destinare per il rinnovo del parco circolante.
Nel numero di dicembre-gennaio di Uomini e Trasporti, la data del 14 dicembre era stata vagheggiata da Umberto Cutolo come quella probabile per il primo appuntamento tra ministero dei Trasporti e associazioni di categoria. Non perché il nostro esperto giornalista abbia doti di veggenza o di prescienza, quanto perché ha fatto un semplicissimo, ma a quanto pare efficacissimo calcolo statistico. In pratica, è andato a recuperare il numero di giornate trascorse tra l’insediamento del ministro e – appunto – il primo incontro con l’autotrasporto. L’attesa media degli ultimi 15 anni è stata per la precisione di 53,6 giorni, vale a dire poco meno di due mesi. Il più veloce nel ricevere il settore è stato Maurizio Lupi, che nel 2013 ha aperto le porte del ministero soltanto dopo 17 giorni. Il più lento è stato Graziano Delrio che nel 2015 è arrivato a 82 giorni.
Quindi, calcolando che Salvini si è insediato il 22 ottobre e contando da quel giorno i 53,6 di media si arriva puntuali al 14 dicembre. Insomma, una sorta di giorno predestinato. Salvini non lo sa, certo. Ma a questo punto di lui si può dire che è uno che rispetta gli appuntamenti. Così la forma è salva. Staremo a vedere se anche il merito potrà portare qualche soddisfazione.