Polemiche sulla Gronda, a Genova, c’è se sono da tempo. Perché quell’opera, che dovrebbe alleggerire il traffico autostradale del capoluogo ligure, già appesantito dai tanti cantieri attivi per ripristinare la sicurezza delle gallerie presenti nell’area, creando una nuova infrastruttura affiancata all’esistente così da dividere traffico urbano da quello di attraversamento e dai flussi connessi con il porto, serve alla città e ai tanti veicoli in transito come oro.
E non è un caso che il neo ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, l’ha prima indicata tra le opere prioritarie e poi ha sottolineato che sarebbe già pronta e finanziata, ma non è partita per «paura dei tecnici e dei politici di firmare». È in proposito ha spiegato l’opportunità di ripensare la funzione della Corte dei Conti, il sistema dell’abuso d’ufficio e del danno erariale. «Bisogna accelerare – ha aggiunto – firmare e prendersi delle responsabilità».
Non trascorrono molte ore che un’altra politica genovese, Raffaella Paita, ora Raffaella Paita, capogruppo in Senato di Azione/Italia Viva, ma fino a qualche settimana fa presidente della Commissione Trasporti della Camera, scrive un post su Facebook in cui invita Salvini a fare in fretta: «Iniziamo con gli alibi. La Lega aveva un viceministro con il Governo precedente e ora ha la guida del ministero. Ci aspettiamo che Salvini firmi subito per sbloccare la Gronda. Il resto sono solo chiacchiere, e la Liguria ha bisogno di infrastrutture, non di annunci».
A quel punto succede qualcosa che ha un doppio valore. Perché a replicare a Paita è Edoardo Rixi, che è sì responsabile infrastrutturale della Lega, ma qui parla piuttosto come candidato principale per quel posto di viceministro alle Infrastrutture, peraltro già occupato nel primo governo Conte e poi lasciato volontariamente dopo la condanna in primo grado per la vicenda “spese pazze” alla Regione Liguria dal 2010 al 2012 (quando era assessore alle Attività produttive), avvenuta il 30 maggio 2019 e per la quale è stato assolto in appello il 18 marzo 2021, ora in via definitiva. Rixi infatti replica su Twitter come chi si sente già dentro una partita. peraltro ricorrendo a un’espressione («stai serena») che a una renziana brucia particolarmente: «Paita stia pure serena sulla Gronda, faremo noi in poco tempo quello che loro non hanno fatto per anni».
D’altra parte Rixi il dossier Gronda lo conosce molto bene. Lo scorso settembre, intervistato da Repubblica, aveva già fatto i conti di quanto sarebbe costata: «L’investimento, che riguarda Autostrade, era valutato a 4,2 miliardi: ora, con i costi aumentati del 35%, si sfiorano i 5,7 miliardi. Ma questo non costituisce un problema: ci vorranno 6-8 anni per realizzarla, bisogna partire immediatamente con i lavori fino ad arrivare alla cifra iniziale, al limite integrando mentre si costruisce».
E poi, a proposito del modello Genova adottato per il ponte Morandi, aveva spiegato che «va esteso a tutte le opere, in modo da realizzarle in tempi più brevi e adeguando le normative, ad esempio non garantendo la copertura economica all’intera opera, già dall’apertura dei cantieri. Realizzare velocemente e bene le infrastrutture fa risparmiare. In un anno e mezzo Autostrade ha incassato il 70% di quello che ha speso».